Merito, qualità, trasparenza sono valori semplici, ma nel Paese dell’arte di arrangiarsi sembra impossibile applicarli. In sanità, dove riconoscere il merito è già di per sé complicato, proprio non se ne parla. In Lazio si litiga ormai da mesi sulla scelta di chi dovrebbe succedere agli attuali due sub-commissari alla sanità: difficoltà di selezione? Certo che sì, ma solo politica.
In Lombardia il riassetto politico del Pdl con la nascita del Nuovo centrodestra ha sbilanciato gli equilibri della giunta regionale mentre le elezioni europee si avvicinano, con una chiara conseguenza: tempesta sulla riconferma dei direttori generali di Asl e ospedali e sugli avvicendamenti previsti per i prossimi mesi. Merito? Non se ne parla, il problema è solo l’appartenenza politica. Intanto gli ospedali sono paralizzati e mentre si aspetta che si definisca qualcosa, si traccheggia. Trasparenza? Parliamone.
La proposta di questi giorni del Consiglio regionale della Lombardia di mettere online i curricula dei medici di medicina generale ha scatenato un vespaio di polemiche. Non va certo meglio in campo universitario, dove la recente pubblicazione dei risultati delle prime commissioni per l’Abilitazione scientifica nazionale per professori ordinari e associati lascia poche speranze di cambiamento di un mondo ancora molto autoreferenziale: professionisti di chiara fama internazionale con curricula scientifici di gran lunga superiori a quelli dei commissari che li dovevano valutare sono stati bocciati con risibili motivazioni, solo per la colpa di essere sgraditi al mondo accademico, mentre si consumavano i consueti nepotismi a favore dei soliti noti, figli di rettori compresi.
Esistono molte ricette per risparmiare e fare meglio in sanità, una però è trasversale e certamente efficace: applicare criteri di merito, trasparenza, competenza. È semplice ma cominciamo a pensare come farlo davvero, come spingere fuori dal suo pascolo preferito la politica, come lasciarci alle spalle le nostre resistenze a qualsiasi cambiamento in un mondo che invece ogni giorno corre e si trasforma. E impariamo a misurare i risultati delle persone che scegliamo, delle strategie che sviluppiamo. Facciamolo partendo proprio dal settore che più ci tocca nel profondo.
Sergio Harari – Il Corriere della Sera – 9 dicembre 2013