di Anna Meldolesi. Ci siamo tutti abituati a vedere che tempo farà domani, ma quanti sanno che il bollettino meteo esiste anche per le zanzare? Le previsioni sulla diffusione di questi insetti si trovano online e possono essere più o meno serie. Si comincia col giochino per calcolare quante ne abbiamo in casa, considerando il numero delle persone, la città e la fascia oraria (mentre scrivevo questo articolo avrei dovuto averne intorno 181 ma ho riportato una puntura sola).
E si arriva al modello sviluppato dal Cnr in collaborazione con un’azienda del settore, che è stato utilizzato anche in qualche autorevole pubblicazione scientifica. Sarà che la zanzara tigre è fastidiosa, sarà la paura per il virus Zika che infesta l’America latina (ma è trasmesso per lo più da un’altra specie che in Italia non si trova). Fatto sta che la zanzaramania dilaga anche sui telefonini, con un’app a cui ha contribuito l’università la Sapienza (ZanzaMapp). Insomma i ronzii ora sono anche una questione matematica.
C’è da fidarsi? «Il nostro modello è nato adattando delle equazioni sviluppate da ricercatori argentini», ci dice Gianni Messeri dell’Istituto di biometeorologia del Cnr. Si parte dalle temperature atmosferiche e si ricava quella all’interno dei tombini, che rappresentano i principali siti di riproduzione. Si valutano i passaggi di fase (larve, pupe, adulti) e il tasso di mortalità, tenendo conto che oltre un certo livello la popolazione di insetti non può crescere. In questo modo si prevedono le uova deposte, senza la pretesa di chissà quale precisione numerica o geografica. Il calcolo vale in un raggio di un ettaro, anche se ogni zona presenterà aree più o meno colpite, e alla fine il livello di infestazione è classificato per fasce.
«Aumentano le province invase dalla zanzara tigre, con 63 che nella settimana fino al 20 luglio avranno l’indice più alto», ha battuto un’agenzia di stampa. «Per la seconda metà del mese si può ipotizzare un aumento della diffusione del 20 per cento», azzarda l’entomologo Claudio Venturelli, che ha collaborato con il Cnr. Ma questo non significa che il 2016 in Italia sarà l’anno della zanzara. Il record spetta al 2015. Il monitoraggio effettuato in Emilia Romagna su oltre 2.600 ovitrappole disseminate sul territorio conferma che viviamo una stagione normale: nelle ultime due settimane sono state contate 353 uova per ovitrappola, dodici mesi fa erano 769. Insomma, si sfora appena il livello di guardia oltre il quale partono le campagne di informazione per ricordarci di evitare che l’acqua ristagni. Il quadro è simile in tutto il Paese, anche se altrove i conteggi sono meno accurati. Per la mancata emergenza probabilmente possiamo ringraziare il calo delle temperature registrato a maggio, che ha rimediato a un inverno molto mite.
«I modelli matematici non si basano su dati reali ma su assunzioni, perciò hanno dei limiti», avverte un altro entomologo, Romeo Bellini. Ovviamente gli algoritmi sono perfezionabili, ma più numerose sono le variabili da considerare, più l’esercizio diventa costoso.
Tante equazioni per qualche puntura, penserà qualcuno. Ma le zanzare sono anche dei vettori di malattie. In Emilia Romagna nel 2007 c’è stato un focolaio del virus Chikungunya ed è per questo che adesso stanno così attenti.
Questi insetti inoltre hanno un potenziale di crescita che lascia sbalorditi. Venturelli si diverte a dare i numeri: da due zanzare fondatrici che iniziano a riprodursi in Italia ad aprile, senza intoppi né limitazioni, potrebbe discendere una prole che a ottobre è valutabile in 2.500 milioni di miliardi di esemplari.
Tutte insieme peserebbero 83 milioni di tonnellate. Messe in fila coprirebbero oltre 65 milioni di volte la distanza Terra- Luna.
Il Corriere della Sera – 19 luglio 2016