Il Governo Renzi è pronto a cambiare il bonus per favorire le famiglie con più figli e quelle sotto gli 8.000 euro. “E’ possibile che si ragioni di correzione nella legge di Stabilità”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, aggiungendo che l’esecutivo sta lavorando al «quoziente familiare», per favorire i nuclei numerosi, e che l’operazione potrà essere fatta all’interno della delega fiscale approvata nelle settimane scorse dal Parlamento.
E proprio sull’attuazione della delega sta lavorando il ministro dell’Economia, Padoan, con l’obiettivo di presentare a breve i primi due decreti: uno armonizzerà la tassazione delle sigarette (oggi oggetto di una guerra dei prezzi tra marchi più costosi e marchi standard), mentre l’altro darà avvio alla riforma del catasto con le commissioni censuarie. Prima dell’estate – come risulta da una relazione fornita ieri dal governo in una seduta informale delle Commissioni Bilancio e Finanze arriverà anche il pacchetto semplificazioni: la misura più importante sarà la dichiarazione dei redditi precompilata dall’Agenzia delle entrate che riguarderà lavoratori dipendenti e pensionati con un reddito stabile, con l’abitazione principale e con detrazioni pluriennali (come quelle per la ristrutturazione della casa). Restano in lista d’attesa, probabilmente saranno varate entro fine anno, le norme contro l’abuso di diritto e l’elusione fiscale oltre a quelle che introdurranno anche per le piccole imprese la detassazione degli utili reinvestiti. Il Pd durante la riunione di ieri ha chiesto anche di accelerare la riforma della tassazione dei giochi con l’introduzione di una sola autorizzazione per la concessione di nuove iniziative in modo da evitare il Far West. In dirittura d’arrivo anche la norma contro l’autoriciclaggio che sarà inserita nel decreto sul rientro dei capitali.
Famiglie con due stipendi avvantaggiate, ceti medi che fanno la parte del leone, nessuna valutazione per il fattore-figli e poi il problema dei redditi under 8.000, i cosiddetti «incapienti » che restano a bocca asciutta. Mentre decolla in Parlamento il bonus-Renzi, che garantirà 80 euro netti per i prossimi mesi nella busta paga dei lavoratori dipendenti, affiorano le prime polemiche e analisi critiche.
Del buco normativo che riguarda la questione figli si è reso conto lo stesso sottosegretario a Palazzo Chigi Graziano Delrio che ieri ha evocato l’introduzione del «quoziente familiare». Un intervento al quale il governo sta lavorando, e che potrebbe approdare nella prossima legge di Stabilità: servirà a tenere conto nell’erogazione del bonus delle differenze tra famiglie monoreddito con figli, più penalizzate, e quelle dove lavorano in due, sempre con prole. «Equità orizzontale », la chiamano gli esperti e riguarda le diverse condizioni di vita.
Lo stesso pianerottolo
Il caso più eclatante di squilibrio, cui ha fatto riferimento lo stesso Delrio, riguarda una omissione evidente e nota: chi è stato lasciato fuori dal bonus perché guadagna, ad esempio, 28 mila euro (il bonus infatti si esaurisce a 26 mila) non avrà diritto a niente anche se ha un solo stipendio e figli a carico (a fronte di un single che si troverà il bonus in busta-paga). Del resto il fattore-figli e l’esistenza di un solo reddito non vengono valutati nemmeno all’interno del tetto previsto dei 24-26 mila euro. Prendiamo due famiglie che vivono sullo stesso pianerottolo: nella prima lavora uno solo dei coniugi, guadagna intorno ai 24 mila euro e dunque da questo mese riceverà in busta paga 80 euro netti in più, almeno fino a dicembre. I vicini di casa, sono un po’ più fortunati: lavorano in due, magari nella stessa ditta. Uno guadagna 24 mila euro e l’altro coniuge (spesso si tratta della donna) ha una retribuzione più bassa, intorno ai 16 mila euro. In casa entrano così circa 40 mila euro lordi annui, dunque più dei vicini: nei prossimi mesi non avranno 80 euro di bonus, ma il doppio, ovvero 160 euro. Certamente chi lavora in due sostiene più spese per la casa, ma i figli costano ad entrambi i nuclei e la sperequazione resta.
La questione del “quoziente”
La questione del «quoziente familiare», in vigore in Francia e Germania ma molto costoso, non è nuova e non riguarda solo il bonus Renzi. Già oggi la famiglia con due redditi, dove lavorano entrambi i coniugi, è avvantaggiata rispetto a quella monoreddito. L’esempio che si porta più di frequente è quello di una famiglia dove un solo componente ha uno stipendio di 60 mila euro e una dove guadagnano 30 mila euro ciascuno: il nucleo monoreddito, per effetto della progressività, paga di più della somma delle tasse dei due coniugi. Inoltre dove si lavora in due si possono spostare le detrazioni dei figli al 100% sul coniuge che ha un reddito più alto che può beneficiare pienamente dello sconto
La middle class prende di più
L’altro capitolo è la distribuzione del bonus tra le varie fasce di reddito. La pancia del 40 per cento delle famiglie italiane che incassano redditi netti familiari tra i 30 e 46 mila euro farà la parte del leone nella corsa al nuovo beneficio. Questa classe media prenderà di più perché può contare su redditi stabili (ovvero lavora i dodici mesi all’anno che danno diritto al bonus pieno), sta singolarmente oltre gli 8 mila euro (soglia sopra la quale si accede al bonus), ma anche perché in queste famiglie spesso sono in due a portare a casa lo stipendio e talvolta c’è anche un figlio adulto che lavora. A questa middle class, intesa soprattutto come complesso di redditi familiari, andrà poco più della metà dello stanziamento dell’operazione bonus: circa 3,5 miliardi sui 6,65 complessivi, cioè il 54%.
Questi nuclei, con redditi medi e stabili, incasseranno nei prossimi otto mesi, tra maggio e dicembre, tra i 700 e i 720 euro netti complessivi. In questa fascia ci saranno anche coloro che faranno un piccolo Bingo: circa un milione di famiglie, dove lavorano stabilmente in due (entrambi naturalmente sotto i 24 mila euro lordi), che porterà a casa un doppio bonus, totalizzando all’interno del nucleo la somma netta di 1.280 euro negli otto mesi del 2014.
Lo studio, pubblicato dalla Voce. Info, e realizzato da Massimo Baldini, Elena Giarda e Arianna Olivieri, prende in esame effetti e distribuzione del bonus tra le famiglie italiane, circa 10 milioni, ovvero il 38% dei nuclei dove almeno un componente è lavoratore dipendente e raggiunge un reddito lordo annuale tra gli 8 mila e i 26 mila euro.
Diversa e opposta la situazione alla base della piramide. Se la classe media avrà i maggiori benefici, le famiglie più povere si dovranno accontentare di molto meno: il 20% alla base più povero prenderà solo il 12% dell’intero budget di 6,5 miliardi. Almeno un bonus andrà al 29% delle famiglie con redditi più bassi: circa 2,5 milioni di famiglie, avrà nei prossimi otto mesi, a livello familiare netto, tra i 388 e i 588 euro di bonus. Questo perché in queste zone di reddito prevale il lavoro saltuario (cioè non si raggiungono i dodici mesi di attività che danno diritto al bonus pieno di 80 euro), c’è un solo percettore di reddito, oppure i redditi di uno dei familiari stanno sotto gli 8 mila euro. Non tutti dunque riusciranno ad agguantare il bonus e quando lo faranno non riusciranno ad averlo pieno.
Repubblica – 8 maggio 2014