«L’aumento del prezzo dei carburanti destinati all’attività agricola provoca un aggravio di costi stimabile in quasi 150 milioni di euro nell’ultimo anno per il settore, dove il gasolio ha sostituito quasi completamente la benzina nell’alimentazione dei mezzi meccanici».
La stima arriva da Coldiretti in riferimento agli effetti del prezzo record raggiunto dalla benzina «che sta condizionando la competitività delle imprese e la ripresa economica del paese». L’aumento colpisce anche serre e stalle Oltre all’aumento dei costi «per il movimento delle macchine come i trattori, in agricoltura il caro carburanti colpisce sopratutto le attività agricole che utilizzano il carburante per l’irrigazione o il riscaldamento delle serre (fiori, ortaggi e funghi), di locali come le stalle, ma anche per l’essiccazione dei foraggi destinati all’alimentazione degli animali fino alla piscicoltura». Con l’arrivo del freddo «a rischio ci sono soprattutto gli oltre trentamila ettari di coltivazioni specializzate in serra che producono fiori e piante ornamentali e ortaggi», spiega la Coldiretti. Il caro trasporti mette a rischio la competitività del made in Italy A «subire gli effetti del record nei prezzi del gasolio – sottolinea la Coldiretti – é l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica incidono dal 30 al 35% per frutta e verdura e assorbono in media un quarto del fatturato delle imprese agroalimentari». La continua crescita dei costi di trasporto e degli altri costi logistici, conclude Coldiretti, «mette a rischio la competitività delle imprese “made in Italy” e che va affrontata con interventi strutturali in un paese dove l’88% delle merci viaggia su strada». Cia: il gasolio agricolo è aumentato del 140% in due anni e mezzo Secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori, anche l’agricoltura sta vivendo una grave situazione: il prezzo del gasolio agricolo è passato infatti da 0,49 euro al litro di gennaio 2010 agli attuali 1,17 euro al litro, con un incremento record del 140% circa nel giro di due anni e mezzo. Per tutta risposta – evidenzia la Cia – le aziende hanno cercato di “tagliare” dove possibile: nei primi sei mesi del 2012 il consumo di gasolio agricolo è andato giù del 3,8 per cento, nonostante proprio il carburante resti essenziale per l’alimentazione delle macchine agricole, per l’approvvigionamento dell’acqua e per l’irrigazione dei terreni. Tra l’altro – conclude la Cia – gli aumenti dei carburanti continuano a “contagiare” in maniera diretta anche i prezzi di cibo e bevande, trascinandoli in alto, visto che in Italia quasi il 90% dei prodotti agroalimentari viaggia su strada per arrivare dai campi alla tavola.
ilsole24ore.com – 4 settembre 2012