Il Consiglio veneto ha approvato con 35 voti a favore e 16 astenuti il collegato alla finanziaria in materia di sanità che contiene una serie di norme tecniche e ordinamentali per l’organizzazione del servizio sanitario. Il provvedimento in ottobre era stato rinviato in commissione per riorganizzare i numerosi emendamenti. Strada facendo ha guadagnato ulteriori articoli. Nella nuova versione il testo, relatore Leonardo Padrin (Pdl) e correlatore di minoranza Diego Bottacin (Verso Nord), è stato ribattezzato ‘omnibus’ per l’eterogeneità delle norme contenute. Tra le altre, infatti, disposizioni che abrogano l’Agenzia regionale sociosanitaria creata nel 2001 stabilendo che il personale sia assorbito da Ulss, aziende sanitarie e altri enti pubblici.
Altre disposizioni vincolano i proventi delle sanzioni degli Spisal a progetti formativi per gli operatori dei servizi di prevenzione e sicurezza del lavoro. La legge omnibus sottopone, inoltre, al parere della commissione Sanità eventuali operazioni di vendita, permuta e costituzione di società da parte delle Ulss e aziende ospedaliere e prevede che i componenti dei consigli di amministrazione di tali società siano nominati dalla Giunta regionale; interviene sulla contabilità delle Ipab per renderne i bilanci più trasparenti e destinare eventuali utili al miglioramento dei servizi e ne stabilisce modalità di liquidazione ed estinzione nei casi di disavanzo (norma pensata in particolare per la Fondazione Breda); azzera i tempi di tumulazione nelle chiese nei casi di sepoltura di personalità importanti e significative per la comunità locale; aggiorna le norme di attivazione e funzionamento del Servizio ispettivo regionale; limita l’impatto della ‘spending review’ per i Ceod e le comunità residenziali.
Nel corso della discussione sono stati ritirati, con la prospettiva di essere trasformati in un’apposita iniziativa legislativa ad hoc, gli emendamenti presentati da relatore e correlatore per modificare il piano sociosanitario nei punti impugnati dal Governo di fronte ai giudici della Consulta. Ritirata anche – dopo un lungo dibattito che ha visto incrociarsi posizioni trasversali tra ‘liberisti’ e fautori della compartecipazione alla spesa – la proposta di rivedere le modalità di accoglienza delle persone non autosufficienti nelle strutture residenziali e semiresidenziali, al fine di impedire che i richiedenti (anziani o disabili) possano modificare con atti di donazione la propria situazione reddituale e patrimoniale al fine di non pagare la retta. Ritirato infine, anche l’emendamento Idv che intendeva impegnare le case di riposo a restituire le somme ricevute a titolo di cauzione: i presentatori lo trasformeranno in una iniziativa legislativa organica sulle strutture residenziali accreditate e autorizzate. Respinto anche il tentativo finale di aggiungere alla legge omnibus una modifica alla legge approvata due mesi fa in materia di unioni montane e dei relativi servizi sociosanitari.
Dichiaratosi soddisfatto per l’esito finale del provvedimento, il relatore Padrin ha sottolineato l’apporto positivo dato dalle opposizioni. Il relatore di opposizione Bottacin ha motivato il voto a favore per l’assetto finale assunto dalla legge, visto che – ha spiegato – sono state rinviate a successivo provvedimento le norme di modifica sul piano sociosanitario ed è stata abrogata l’Agenzia sociosanitaria, scegliendo così “il male minore”.
Negativo invece il giudizio di Claudio Sinigaglia (Pd) sull’abrogazione dell’Arss: “Il Veneto è l’unica regione ad essersi privata di una agenzia tecnica di valutazione e monitoraggio – ha sottolineato Sinigaglia – E’ una grave perdita per l’opposizione che può esercitare la propria azione di controllo e di verifica grazie a strumenti tecnici come l’Arss. Per questo motivo non possiamo esprimere un voto positivo su questa legge”.
Pietrangelo Pettenò (Federazione della Sinistra veneta) ha valutato invece in termini positivi la scelta fatta sull’Agenzia sanitaria e ha motivato il proprio voto di astensione spiegando che il provvedimento avrebbe potuto essere “più coraggioso”, per esempio sulle Ulss. Astenute anche le altre forze di opposizione, tuttavia soddisfatte, come ha spiegato Antonino Pipitone a nome dell’IdV, per aver fermato il tentativo di intervenire sul piano sociosanitario con un provvedimento tecnico collegato alla finanziaria e di aver indotto Giunta e maggioranza a tornare in commissione con le correzioni al piano.
14 novembre 2012 – riproduzione riservata