Il Sole 24 Ore. Quest’anno, nei primo otto mesi, l’emergenza Covid-19 ha portato via alle casse dei Comuni fino a tre quarti delle entrate fondamentali, quelle per tributi locali e multe stradali. Così, per continuare a garantire i servizi, diventano fondamentali i trasferimenti straordinari di risorse che sono arrivati e continueranno ad arrivare dallo Stato (si veda l’articolo sotto).
Il drastico calo delle entrate non è solo l’effetto di due mesi di lockdown e di una mobilità che fino a metà luglio è stata sensibilmente ridotta rispetto al normale, abbattendo di conseguenza le infrazioni rilevate dai vigili. Pesano anche i mancati pagamenti delle tasse. Sia quelli dovuti alle difficoltà dei contribuenti sia quelli dovuti alle sospensioni dei termini concesse da alcune amministrazioni. Non a caso, fra i tre Comuni che accusano perdite superiori al 60% e sono così in testa alla classifica delle perdite di gettito (si veda l’infografica a destra), ci sono Bolzano e Trento, che hanno fissato la sospensione più lunga: fino al 15 dicembre. Rinvii fino al 16 ottobre anche a Faenza (Ravenna), che completa il trio di testa.
È andata molto meglio a Roma: -25%. Tra i capoluoghi regionali, i cali più importanti – dal 30% in su – si registrano a L’Aquila, Bari, Ancona, Bologna, Trieste e Venezia. Potenza si ferma a un -28%, Genova a un -22%, Perugia a un -17%.
I parametri
La classifica è stata elaborata dal portale Efficientometro.it, che ha selezionato, tra i dati presenti in Siope (Sistema informativo delle operazioni degli enti pubblici, gestito dalla Banca d’Italia), quelli che possono essere più influenzati dalla pandemia e su cui normalmente si sostengono i bilanci comunali: le entrate tributarie e quelle da sanzioni stradali.
La ricerca ha riguardato i 145 Comuni con più di 50mila abitanti, tra i quali si è tenuto conto solo dei 92 che hanno completato la registrazione di almeno il 90% delle entrate e quindi hanno ridotto entro il 10% la quota delle risorse da regolarizzare che risultano in cassa ma non sono ancora riferibili a un capitolo specifico. Ciò ha fatto sì che si dovessero escludere alcune città importanti, come Milano (si veda a sinistra), Napoli, Torino e altri capoluoghi regionali.
In alcuni casi non è stato possibile scorporare dal totale il dato relativo alle multe stradali, la cui contabilizzazione segue una procedura dedicata e il cui trattamento in Siope è stato recentemente modificato. I proventi delle multe, comunque, sono in calo dappertutto.
Non altrettanto univoco l’andamento dei tributi: c’è sì una netta diminuzione sulla Tari, ma si è registrata una sostanziale tenuta sulle imposte legate alla casa (si veda a sinistra). Ciò sembra indicare che le famiglie hanno cercato di adempiere il più possibile nonostante l’emergenza, mentre la chiusura – temporanea o addirittura definitiva – di molte attività ha colpito la tassa sui rifiuti.
I dati gennaio-agosto 2020 sono stati messi a confronto con la media dei corrispondenti periodi dei tre anni precedenti, in modo da neutralizzare il più possibile eventuali situazioni anomale verificatesi in singoli anni. Ciò non toglie che ci siano Comuni con perdite di gettito ben più ridotte, con casi-limite a Civitavecchia (Roma) e Giugliano (Napoli), dove addirittura si registra un lieve aumento.
Le “anomalie”
Sono fenomeni dovuti soprattutto a rallentamenti della riscossione negli anni scorsi e/o ad accelerazioni nella primissima parte di quest’anno. Significativo l’esempio di Bitonto (Bari): il 2018 è stato segnato da cali dovuti all’adeguamento dei sistemi informatici che ha portato a far “dialogare” la banca dati anagrafica e quella tributaria, tanto che nel 2019 sono iniziate le azioni sugli evasori emersi incrociando le informazioni e molti dei destinatari hanno pagato il dovuto all’inizio di quest’anno.
A volte sono gli avvicendamenti tra le Giunte ad avviare le azioni di recupero, come accaduto a Caltanissetta l’anno scorso: pur eletto a maggio, il sindaco Roberto Gambino ha incassato tre milioni in più rispetto agli anni precedenti e gli effetti si sono visti anche nel 2020, con un calo delle entrate limitato al 6%. Soltanto un altro capoluogo di provincia accusa ancora meno gli effetti della pandemia: Ragusa, con un -4%.