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Il decreto banche entra nella manovra. Il Governo studia ritocchi per tutelare investimenti fino a 30mila euro. Ieri vertice Lorenzin-governatori

Tutelare i clienti delle quattro banche in crisi e salvate con il Dl n. 180. Decreto che ieri, nella versione licenziata il 22 novembre scorso da Palazzo Chigi, è stato ufficialmente depositato dal Governo in Commissione Bilancio come emendamento alla Stabilità.

È stato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando ad annunciare ieri alla Camera che il Governo sta studiano possibili misure per aiutare i clienti dei quattro istituti di credito, interessati dal dl salva banche, che hanno perso i loro risparmi. L’Esecutivo, ha spiegato Morando, «ha avviato un’approfondita verifica circa la possibilità che siano messe in atto misure in grado di ridurre gli effetti negativi del processo di risoluzione sulla componente socialmente più debole degli investitori coinvolti, che possa aver agito senza la necessaria consapevolezza del livello di rischio del prodotto acquistato». A essere coinvolti sono oltre 130mila persone e tra le ipotesi intorno a cui si starebbe lavorando c’è quella di fissare un tetto seppure basso (inferiore ai 30mila euro) sotto il quale questi piccoli investitori sarebbero garantiti in qualche modo. Sul tavolo il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, ha messo anche l’ipotesi, formulata da Scelta Civica, di un credito d’imposta del 26% da scomputare sull’Irpef per compensare almeno in parte le minusvalenze maturate nel contesto della risoluzione bancaria. Per gli incapienti si potrebbe ipotizzare un rimborso.

Ma il tema è «delicatissimo» ha sottolineato il relatore alla stabilità Paolo Tancredi (Ap): «Bisogna stare attenti a evitare» che le misure per aiutare i correntisti che hanno perso i risparmi possano creare «precedenti che generino diritti soggettivi che possono essere rivendicati a 360 gradi anche fuori dal mondo bancario». Per la presentazione delle modifiche all’emendamento salva banche il presidente della Bilancio, Francesco Boccia (Pd) ha fissato il termine per venerdì prossimo. Ma per Forza Italia il Governo vuole solo evitare il confronto parlamentare sul Dl, come ha spiegato il capogruppo al Senato, Paolo Romani.

Per gli altri emendamenti del Governo tra cui gli incentivi al Sud, il patent box (si veda pagina 3), i paradisi fiscali, i giochi e la sterilizzazione dell’aumento Ires per le banche, sanità, regioni ed enti locali si dovrà comunque attendere la prossima settimana. Secondo Tancredi tra le misure che potrebbero essere riviste, nel passaggio a Montecitorio, c’è la detassazione dei salari di produttività, che potrebbe beneficiare di un incremento del plafond. Più risorse potrebbero arrivare anche per il fondo di garanzia per le Pmi, che «Ap propone di aumentare fino a un miliardo con 300 milioni in più».

La Commissione ieri ha riammesso all’esame 70 emendamenti dichiarati inizialmente inammissibili. Tra questi quello di Giulio Sottanelli (Sc) che recepisce il ddl già approvato in Finanze sull’albo unico dei promotori finanziari. In particolare l’emendamento Sottanelli prevede l’istituzione di un Fondo presso la Consob per la tutela stragiudiziale dei risparmiatori e degli investitori. Un’iniziativa che, se approvata, consentirà ai consumatori di adire l’Organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie che la stessa Consob sta costituendo, in maniera del tutto gratuita, senza dover corrispondere la quota concernente le spese amministrative per l’avvio della procedura, pari circa a 80 euro. Lo stesso fondo è destinato anche a dotare la Consob delle provviste finanziarie per attivare altre misure in favore dei risparmiatori anche con riguardo all’educazione finanziaria. In linea forse con quelle tutele che il viceministro Morando ha detto già essere allo studio del Governo. Con un emendamento invece al Ddl Bilancio viene assicurato il tempestivo pagamento delle somme dovute alle forze armate utilizzate nel controllo del territorio nelle operazioni «Strade sicure» e «Terra dei fuochi».

Intanto ieri a Palazzo Chigi c’è stato un nuovo vertice tra alcuni governatori, guidati da Sergio Chiamparino, col ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il sottosegretario Claudio De Vincenti. È stata posta la questione di un aumento pre-definito e garantito dei fondi per la salute per il 2016-17. Mentre una riflessione a breve è stata confermata sull’inserimento nella stabilità delle norme sulla responsabilità professionale di medici e operatori sanitari, estrapolandola almeno in parte dal testo messo a punto alla Camera.

Marco Mobili – Il Sole 24 Ore – 3 dicembre 2015 

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