Per lui, amante degli animali, quell’accusa di aver sparato a un gatto era una ferita al cuore. Non si dava pace. Per un felice possessore di ben quattro altri felini essere accusato di aver posto volutamente termine con una fucilata alla vita di Bianchina, la micia di sei mesi della vicina di casa, era un fatto infamante, doloroso.
Oscar Grigolato, vicentino di 45 anni, da qualche giorno è stato riconosciuto innocente del reato di uccisione di animali: è stato archiviato, per il giudice preliminare di Vicenza è assodato che l’uomo in quel frangente voleva sparare solo per allontanare dei topi.
«Grigolato è particolarmente provato – racconta l’avvocato Andrea Balbo, che difende l’agricoltore residente a Vicenza – era stato anche vittima di azioni intimidatorie di anonimi animalisti, che avevano appeso cartelli infamanti e minacciosi fuori dalla sua porta».
Tutto risale ai primi di gennaio del 2015, quando una vicina di casa del contadino ritrova agonizzante, in giardino, la propria micia: aveva strisciato fino all’uscio, lasciando una scia di sangue. Disperata, la donna l’affida a dei veterinari, ma per Bianchina non c’è nulla da fare. Dal corpo viene estratto un proiettile, scatta la denuncia in questura e la squadra mobile vicentina esamina l’animalicidio con attenzione: dagli esami emerge che a sparare era stata una delle carabine di Grigolato, detenute regolarmente. A quel punto per il contadino scatta un procedimento penale: oltre all’uccisione dell’animale, reato per cui si rischiano fino a due anni di reclusione, c’è l’uso improprio dell’arma.
E arriviamo ad oggi. «Le accuse d’ora innanzi si limiteranno all’uso improprio» spiega Balbo. Grigolato dopo l’imputazione ha chiesto e ottenuto di essere interrogato. «Ha ammesso l’uso improprio dell’arma, ma ha negato qualsiasi intenzione di maltrattamento – insiste Balbo – il felino è stato colpito accidentalmente. Non è mai stato cacciatore, ama gli animali, non ha mai avuto dissidi con la vicina e anche l’Arpav ha accertato che i suoi quattro gatti sono trattati con cura».
La tesi è stata convincente: il legale ha chiesto e ottenuto dal pm Giulia Floris e dall’ufficio del giudice per le indagini preliminari di Vicenza l’archiviazione per il primo capo di imputazione.
Andrea Alba – Il Corriere del Veneto – 22 giugno 2016