Lorenzo Salvia ,Margherita De Bac, Corriere della Sera. La disponibilità c’è. Difesa e Protezione civile sono pronte a intervenire con task force di supporto per aiutare le regioni più indietro con i vaccini.
La procedura, per scattare, aspetta solo la richiesta delle Regioni stesse. I governatori, però, nonostante le difficoltà riscontrate nell’ultimo periodo e nonostante la difformità dei risultati da Regione a Regione raggiunti con gli over 80, non hanno ancora avanzato richieste formali. Fino a ieri, nessuno ha fatto il primo passo.
Di certo la Difesa, la Protezione civile e il commissario Francesco Paolo Figliuolo confermano la loro disponibilità ad intervenire. Ad esempio, pur nel rispetto delle scelte che spettano alla Regione, negli ultimi giorni è arrivato dal governo il suggerimento di accelerare sul cambio della piattaforma informatica della Regione Lombardia. Stop ad Aria, che anche ieri ha dato i suoi problemi, per passare a quella più collaudata di Poste, già operativa in cinque Regioni senza intoppi. La scelta era stata già fatta dai vertici della Lombardia, ma ora è meglio accorciare il più possibile i tempi per la transizione.
Resta il problema degli over 80, la fascia d’età più a rischio che però è ancora indietro con le vaccinazioni: solo il 15% ha avuto tutte e due le dosi. Con l’aggravante di forti differenze tra le singole Regioni. Negli ultimi giorni il governo ha ricordato la necessità di dare la precedenza proprio agli anziani e ai fragili: il ministro della Salute, Roberto Speranza, ricorda infatti le raccomandazioni sui gruppi target di dieci giorni fa. «Quel piano strategico — precisa — è passato all’unanimità in conferenza Stato Regioni. Quello è un atto ufficiale, già vincolante per tutti». Quindi al momento non servirebbe un ulteriore atto formale per stimolare le Regioni ad accelerare. Certo, difficilmente questa settimana saranno superate le 200 mila somministrazioni al giorno, quindi non si arriverà neanche alla metà del mezzo milione previsto a regime. Ma, da qui in avanti, si potrà contare su un armamentario di fiale meno incerto, con i 52 milioni di dosi previsti tra aprile e giugno. Proprio nella speranza di cambiare passo presto i presidenti delle Regioni in difficoltà ancora non hanno chiesto formalmente le task force governative.
Ma anche nell’approvvigionamento, il governo è pronto a fare la sua parte: sale il pressing per avere un altro anticipo da Pfizer. Resta la possibilità di usare autonomamente Sputnik. Mentre prende sempre più quota l’idea di riservare proprio agli over 80 le prime forniture del vaccino senza richiamo della Johnson & Johnson autorizzato dieci giorni fa. Ieri, intanto, sono stati registrati 300 morti e 20.159 nuovi casi. «La circolazione virale è ancora molto alta — dice Franco Locatelli, coordinatore del Cts — però abbiamo anche segnali di un rallentamento della velocità di crescita».