di Filippo Tosatto. Tra il Governo e la Regione Veneto l’ostilità è evidente e reciproca. L’ultimo capitolo della querelle investe l’impugnazione, da parte del Consiglio di ministri, di tre misure innovative introdotte dalla legge finanziaria regionale.
La prima consiste nella possibilità di realizzare opere di tutela idraulica con il sistema della «compensazione» che consentirebbe alla Regione di stimare il valore del materiale scavato riutilizzabile (sabbia, ghiaia) e detrarlo dall’importo da pagare alle aziende appaltatrici che eseguono i lavori negli alvei fluviali: una parziale retribuzione in natura, insomma; la seconda prevede lo snellimento della disciplina relativa alla «combustione controllata» sul luogo di produzione di residui vegetali non più funzionali all’uso agricolo (i falò di erbacce e sterpaglie in campagna, per intenderci). Infine, il protocollo «Natura 2000», con la procedura agevolata che accorcia i tempi burocratici negli interventi di salvaguardia montana e forestale. Nulla da fare. L’esecutivo di Matteo Renzi, su proposta del ministro dell’Ambiente, ha deciso di ricorrere alla Consulta contro tali provvedimenti, ritenendoli lesivi della Costituzione. Ed ora? Palazzo Balbi ha già trasmesso inviato a Palazzo Chigi le puntigliose controdeduzioni del giurista Ezio Zanon, coordinatore dell’Avvocatura regionale. Ma il governatore Luca Zaia non si limita alle carte bollate: «Ogni qualvolta cerchiamo di introdurre elementi di semplificazione a favore delle economie dei territori e dei cittadini il Governo ci mette i bastoni tra le ruote. Roma ha sfasciato le Province, sta riducendo sul lastrico i Comuni. Vuole azzerare anche le Regioni e distruggere definitivamente il nostro tessuto imprenditoriale? Lo dicano apertamente, così potremo mandarli a quel paese una volta per tutte». «Siamo di fronte ad uno Stato che si sente antagonista delle Regioni», rincara il leghista «in questi ultimi dieci anni abbiamo chiesto lo Statuto speciale, l’applicazione degli articoli federalisti della Costituzione, forse si arriverà a chiedere l’indipendenza ma nei comportamenti di questo governo e nei progetti di riforma io vedo solo un disegno neocentralista che disgrega il Paese e punisce chi, come il Veneto, ha saputo dimostrare come si fa buona amministrazione, assumendosene responsabilità e rischi. Pretendiamo autonomia decisionale, operativa e finanziaria. Qualcuno pensa che lo Stato, a parità di condizione, riuscirebbe a fare meglio? Si accomodi pure. Io però qualche dubbio, ce l’ho». Furibondo anche il bellunese Dario Bond, capogruppo di Forza Italia Veneto: «Vergogna, con questa impugnazione il Governo si assume la responsabilità di rallentare lavori fondamentali in una montagna già provata da un inverno straordinario».
Il Mattino di Padova – 26 maggio 2014