Il lavoro: su impiegati e chef, giù gli autisti. Il «borsino» della Cgia: al top le professioni della ristorazione, soffrono quelle legate all’edilizia
Nell’epoca del jobs act sono gli impiegati, le segretarie, i cuochi, i camerieri, i baristi, gli agenti assicurativi e finanziari, le professioni che hanno subito gli incrementi occupazionali più importanti. È quanto emerge da una rilevazione della Cgia di Mestre. Per contro, invece, i camionisti e autisti, gli operai e artigiani specializzati nelle rifiniture e nelle costruzioni (posatori di piastrelle, vetrai, idraulici, elettricisti, serramentisti), nonché i sarti e gli operai del tessile, i bancari e i periti in campo ingegneristico o edilizio, sono i mestieri che hanno subito le contrazioni più preoccupanti.
La Cgia ha elaborato una sorta di «borsino delle professioni» tra il 2014 e il 2016, durante il quale sono entrare in vigore le novità introdotte sia dal jobs act, sia dagli sgravi contributivi temporanei rivolti alle imprese che assumevano lavoratori dipendenti a tempo indeterminato. Il «borsino» della Cgia, in ogni caso, include tutti i nuovi occupati, sia subordinati che autonomi o partite Iva, considerando soltanto le professioni con almeno 100.000 occupati.
Il lavori al top, nello scorso biennio, sono stati quelli di impiegati alla segreteria, aumentati di 118.300 unità (+10,7%). Seguono le professioni della ristorazione (cuochi, camerieri e baristi) che hanno registrato un incremento in termini assoluti di 110.400 unità (+10,6%) e gli agenti assicurativi, con 64.000 addetti in più (+20,2%). In crescita anche i facchini, gli imballatori e gli addetti alle consegne, con un variazione degli occupati pari a +61.900 (+14,8%) e gli analisti di mercato e pubbliche relazioni, che sono cresciuti di 54.600 unità (+12,2%).
Le professioni in declino, al contrario, vedono in quello dell’autista il mestiere più in difficoltà: alla guida di bus e mezzi pesanti si sono persi 38.700 professionisti della strada (-7%). In grosse difficoltà, e non poteva essere altrimenti, anche i mestieri legati al mondo dell’edilizia: tra il 2014 e il 2016 gli artigiani e gli operai specializzati nelle rifiniture sono diminuiti di 36.100 unità (-8,5%).
Forte caduta numerica anche dei collaboratori domestici non qualificati per servizi alla casa (non per l’assistenza alle persone) che sono scesi di 32.800 unità (-6,7%).
Il Corriere del Veneto – 26 aprile 2017