Repubblica. La vera novità del nuovo anno scolastico, ministro Bianchi, è quella di cui si è parlato meno: domani si entra in classe senza il distanziamento. Addio al metro tra le rime buccali perché, altrimenti, gli alunni non sarebbero rientrati in presenza. Di necessità, virtù.
«Abbiamo seguito le indicazioni del Comitato tecnico scientifico che si è mosso sulla base del forte aumento delle vaccinazioni. Il commissario Figliuolo mi ha appena comunicato i dati di oggi (sabato, ndr ): il personale scolastico che è entrato nel ciclo vaccinale è al 93%. Sono molto incoraggianti, poi, le percentuali sugli studenti: due terzi, nella coorte 12-19 anni, sono alla prima dose. Tra i 16 e i 19 anni saliamo sopra il 70. Le scuole saranno sicure».
Dove l’anno scolastico è già iniziato, Stati Uniti e Israele, sono ripresi a crescere i contagi.
«Non so che cosa abbiano realizzato all’estero, noi abbiamo fatto tutto il possibile per evitarli».
Se si rivedranno i cluster di positivi come nel 2020, rivedremo le riunioni dei Consigli dei ministri sulle percentuali di studenti da mandare in Didattica a distanza?
«È scritto chiaramente nel decreto del 6 agosto, il 111: se in un istituto si certifica un focolaio, si isola l’istituto.
Se il contagio è in una classe, si isola la classe. Non vedremo più intere Regioni con i plessi chiusi per il Covid. Abbiamo scelto un approccio strutturale per non tornare più in Dad. La scuola sarà l’ultima cosa che chiuderà nel Paese».
La mascherina si potrà togliere nelle classi dei vaccinati?
«È una chiara indicazione del decreto 111, una linea di marcia: lavoriamo per una nuova normalità e daremo segnali importanti in questo senso.
Partiamo con l’anno e poi lo faremo, stiamo lavorando alle linee guida».
Non abbiamo visto un piano centrale per i trasporti, solo lodevoli iniziative locali. Né una spinta per la ventilazione forzata.
Non trova disarmante affidarsi alle finestre aperte in tutte le stagioni?
«Il trasporto pubblico locale dipende dagli enti locali, ma la ministra Gelmini ha stretto un rapporto diretto con le Regioni. E le prefetture hanno continuato a lavorare.
Sull’avvio in sicurezza abbiamo messo 350 milioni solo col Sostegni bis: non sono spiccioli, ma gli edificisono di Comuni e Province».
Cosa dice a un professore no vax e a un genitore che in questi giorni ha contestato l’obbligo di esibire il Green Pass per varcare il portone?
«Di avere fiducia nella scienza e di agire per il benessere della comunità. Il Green Pass è una strada segnata».
Le aliquote delle classi pollaio che offrite, 2,9%, sono tarate sui limiti massimi, da 28 a 30 alunni. Se si usa come parametro la soglia dei 25 più un professore, la legge sul deflusso in caso di incendio, la cifra triplica.
«Il dato che usiamo è quello che ci impone la legge, ma uno degli assunti principali del Piano nazionale di resilienza e resistenza è dimezzare le classi numerose. Insieme a questo lavoro, rivedremo i parametri massimi. C’è un altro modo per uscirne, ed è la programmazione».
Ci spieghi.
«Con l’Inps siamo riusciti a fare un quadro degli insegnanti che andranno in pensione da qui al 2030, in media 27.000 ogni anno. E ogni anno li sostituiremo. Nonostante la caduta demografica, manterremo gli organici intatti. Diminuiscono gli studenti, ma non gli insegnanti.
Questo sgonfierà le classi e migliorerà la didattica generale».
Le va riconosciuto che, magari non proprio il 31 agosto e non proprio sui numeri chiesti a maggio, ha messo in cattedra tutti i supplenti considerati necessari, 58.800, e con i vincitori di concorso le 122.300 cattedre scoperte sono assegnate. Ci sono due problemi, però: le Graduatorie online continuano a sfornare classifiche poche credibili e molti maestri e professori rifiutano l’istituto.
«Sono aggiornato sui problemi delle graduatorie online, sistema portato affannosamente a regime l’anno scorso. Stiamo verificando i possibili errori. Assicuro, però, che sono numeri limitati e non inficiano i risultati complessivi. Alcuni problemi iniziali ci saranno, è fisiologico, ma non assisteremo più al balletto delle supplenze».
Che ne sarà dei docenti Covid?
«Abbiamo dato 400 milioni alle scuole: potranno assumere 20 mila insegnanti e 22 mila amministrativi e bidelli. Saranno docenti del potenziamento per le attività integrative e aggiuntive. Ogni istituto potrà chiamarli e saranno in carica fino al 31 dicembre. Proveremo a portare il loro servizio fino a giugno».
Quando era a capo della commissione per la ripartenza, e libero scrittore, parlava di riforme necessarie per la scuola. Sta usando il suo tempo da ministro per farle?
«Con 4,6 miliardi proveremo a dare a tutti i bambini d’Italia gli stessi servizi per l’infanzia. Diciamo entro il 2026, quando quei soldi dovremo iniziare a restituirli all’Europa. Oggi le possibilità per un genitore di Reggio Emilia di trovare un posto per il figlio all’asilo nido sono pari al 52 %, a Reggio Calabria meno del 5».
Dimezzamento delle classi pollaio, nidi accessibili in tutta Italia. Quali altre riforme avete avviato?
«Rivedremo l’intero comparto tecnico e professionale, che ha sofferto più di tutti. Insisteremo sulla personalizzazione dei percorsi, e questo varrà per tutti i settori e i cicli.
Stiamo progettando una riforma complessiva del sistema: valutiamo una continuità di didattica tra la primaria, ciclo scolastico che resiste, e le medie inferiori, dove inizia la dispersione. Sui cicli e la loro durata c’è dibattito in tutto il mondo».
Cambierete la Maturità?
«Di certo, partiremo da quella dell’anno scorso. Ha dato ottimi risultati. Al centro resterà l’elaborato realizzato dal maturando a casa e discusso all’esame».