Marianna Madia replica: «Già equi con gli 80 euro. I sindacati dovrebbero aiutarci e non criticarci». Brunetta: «Troppe promesse. Sono in confusione»
«Il governo – ha detto il ministro durante un dibattito alla Festa Nazionale dell’Unità a Bologna – non alimenta aspettative perché il governo non è una sommatoria di ministeri dove ogni ministro pianta una bandierina. Noi abbiamo il dovere e la responsabilità di tirare fuori l’Italia tutta insieme dalla crisi». «Non possiamo dimenticarci di quello che c’è al di là del pubblico», ha detto ancora Madia, richiamando l’attenzione sulle «troppe situazioni drammatiche, di disoccupazione e di chi quando perde il lavoro non ha un ammortizzatore sociale». Il ministro ha ricordato poi il bonus sugli 80 euro, una «cosa concreta fatta e che noi confermiamo nel 2015».
Poi ha spiegato: «Alla faccia della “annuncite” che alcuni ci contestano dico che siamo un governo che fa, che ha una visione strategica delle priorità e non vogliamo alimentare aspettative».
Quindi è ritornata sul provvedimento principale varato dall’esecutivo: «Abbiamo dato ottanta euro netti a tutti i lavoratori economicamente più deboli, privati e pubblici. Lo voglio sottolineare perché nessun governo lo aveva mai fatto, neanche quando la crisi non c’era». «Questa – ha aggiunto, provocando qualche applauso – è una cosa che c’è, concreta, fatta e che noi confermiamo per il 2015. Due cose noi abbiamo fatto sugli stipendi della pubblica amministrazione: la prima è mettere un tetto a chi guadagna di più, la seconda dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori che guadagnano di meno, è un fatto di equità».
La Madia si è rivolta quindi ai rappresentanti dei lavoratori: «In questo momento di crisi il sindacato non dovrebbe piantare bandierine, ma aiutare il governo a darsi delle priorità. Il sindacato non dovrebbe far differenza tra lavoratori di serie A o di serie B o far differenza a seconda del territorio di cui si parla». Poi, rivolta al segretario della Uil Luigi Angeletti, presente con lei sul palco della festa di partito, ha detto: «Noi non ce la facciamo più ad avere interventi tattici del sindacato. Perché non ci sfidate sulle idee? Se dal sindacato arrivano idee concrete, puntuali e riformiste questo governo le prende e con velocità le fa diventare leggi dello Stato».
Infine ha concluso affermando che «in un momento di difficoltà sia giusto aiutare prima di tutto chi è economicamente più debole. La prima grande rivoluzione di questo governo è nel metodo. Noi non facciamo alleanze precostituite con un blocco sociale, facciamo un’alleanza con gli italiani».
Gianni Di Capua – Il Tempo – 5 settembre 2014