Si completa il puzzle della plancia di comando del ministero della Salute: il nuovo capo della Direzione generale della Prevenzione sanitaria sarà infatti Ranieri Guerra – già consigliere scientifico d’ambasciata a Washington – che prende il posto di Giuseppe Ruocco transitato alla sicurezza degli alimenti. Alla Dg Programmazione sanitaria è andato invece Renato Alberto Mario Botti, ex sub commissario alla Sanità della Regione Lazio e a lungo direttore generale dell’Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia. Botti sostituisce Francesco Bevere diventato nel frattempo direttore generale dell’agenzia nazionale per i servizi regionali Agenas. Gli incarichi a Guerra e Botti, della durata di tre anni, sono stati conferiti dal Consiglio dei ministri del 9 settembre scorso e diventeranno operativi dalla data di registrazione dei provvedimenti del Cdm.
Sui criteri di nomina, però, si apre una polemica a causa di un «esperimento» messo in campo dal fattoquotidiano.it che ha pubblicato ieri un reportage rilanciato oggi dal Giornale. La redazione online diretta da Peter Gomez ha esaminato tempo fa il bando notando che i requisiti per i due nuovi direttori generali apparivano troppo specifici e tali da «adattarsi, in apparenza, solo a due nomi». «Per questo, mentre il concorso era ancora aperto, abbiamo depositato presso un notaio una scrittura con la previsione dell’esito». Una «scommessa» consegnata molto tempo prima della nomina – in data 1 agosto – e certificata da un controllore terzo. Risultato: perfetta coincidenza tra previsione e realtà, con la nomina dei dirigenti indicati nella busta: Botti e Guerra.
Il quotidiano online fa notare come i due incarichi non facciano parte di quelli fiduciari su cui è possibile da parte del ministro procedere a chiamata diretta. È, invece, prevista una selezione pubblica in cui il ministero può indicare i requisiti necessari per il ruolo. Una procedura che consente di circoscrivere il campo ed escludere in partenza potenziali concorrenti. Il quotidiano sposa questa tesi con convinzione. E fa notare come per la prima volta il bando abbia richiesto per il Dg Programmazione un titolo di studio in campo economico, ovvero quello del futuro vincitore.
La replica che arriva da fonti del ministero respinge ogni addebito. «Si tratta di nomine conseguenti a un riordino a cui il ministro doveva procedere obbligatoriamente. L’interpello ha avuto evidenza pubblica, tutto è stato pubblicato sul sito. Stiamo parlando di nomine che non avranno aggravio aggiuntivo per lo Stato, al contrario di quanto viene scritto. Anzi Guerra rispetto al precedente incarico di consigliere scientifico d’ambasciata ci andrà a perdere. Inoltre stiamo parlando di professionisti dal valore conclamato sui cui nomi oggi c’è stato il via libera della Corte dei Conti».
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Tratto dal Sole 24 Ore sanità, dal Giornale e dal fattoquotidiano.it – 1 ottobre 2014