I 751 eurodeputati che verranno eletti il prossimo 25 maggio costeranno 1,79 miliardi di euro. L’11% del budget destinato ai trasferimenti tra Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo. La proposta di ritorno all’unica sede è rimasta, finora, lettera morta: la Francia si oppone
MILANO – Un miliardo e 790 milioni di euro per 751 eurodeputati: 2,4 milioni di euro l’anno a testa. E il budget del Parlamento europeo con un costo per cittadino di circa 3,58 euro l’anno (quello italiano ci costa 27,15 euro l’anno) lungo 436 chilometri, la distanza che separa le due sedi principali del Parlamento europeo: Bruxelles, in Belgio e Strasburgo, in Francia nel cuore dell’Alsazia simbolo dell’Europa ripacificata dopo la Seconda Guerra mondiale. In mezzo Lussemburgo, il Granducato che ospita la terza sede dell’Europarlamento, quella prettamente amministrativa con gli uffici del segretariato generale.
La premessa è doverosa: la politica europea è molto più attenta ai costi di quella italiana, ma nonostante tutto una revisione di alcuni capitoli della spesa non farebbe male. Quanto meno per mettere un po’ di ordine a sprechi che i tempi non giustificano più. Se una volta, infatti, le sedi di Bruxelles e Strasburgo avevano un forte significato storico rappresentando i territori liberati dall’invasione tedesca e divendando simbolo della pace nel continente, oggi sono diventate spese inutili in un’Eurozona che cerca la via della ripresa.
Lungo l’asse che divide le due città si muovono 5mila persone diverse volte al mese con un costo annuo che grava sulle casse del Parlamento per 200 milioni di euro: oltre il 11% di un budget per il 2014 da 1,79 miliardi di euro, che, pur essendo elevato, appare comunque più leggero di quello italiano (Camera e Senato costano circa 1,5 miliardi di euro). Lo spreco economico è aggravato dall’inquinamento degli spostamenti in uno scenario che vede l’Unione europea impegnata a ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2030. L’Odissea tra Bruxelles e Strasburgo in aereo, treno, auto, camion solo per trasportare ogni volta i documenti del Parlamento costa 19mila tonnellate di Co2 l’anno (un auto media ne consuma 86 chilogrammi per i 772 Km che dividono Milano da Napoli). A Bruxelles si riuniscono le varie commissioni, mentre in Francia si tengono le sedute plenarie per 4 giorni al mese, agosto escluso. Uno spreco in più, in considerazione del fatto che a Strasburgo è stata costruita una sede ad hoc, costata quasi 600 milioni di euro, ma che viene utilizzata solo 44 giorni all’anno.
La proposta. Lo scorso anno gli europarlamentari avevano votato un risoluzione – non vincolante – per ridurre a una sola le sedi del Parlamento, ma per il momento la Francia continua a porre il diritto di veto, così come in tutte quelle situazioni che diminuiscono il prestigio transalpino. L’idea di perdere Strasburgo, dopo aver riconquistato 69 anni fa l’Alsazia, metterebbe in difficoltà il presidente socialista Francois Hollande già in crisi di consensi lasciando ampi spazi ai nazionalisti ex gollisti.
Lavoro. D’altra parte la maggior voce di spesa del Parlamento riguarda il costo del lavoro. I 766 deputati, che scenderanno a 751, costano 227 milioni di euro l’anno tra stipendi (75 milioni); rimborsi spese (117 milioni); assicurazioni, pensioni ed indennità varie (35 milioni). A questi si aggiungono 620 milioni di euro per i funzionari e i dipendenti temporanei, mentre sono in calo da 116 a 98 milioni le spese per i servizi esterni.
Attività. Le attività ordinarie e straordinarie del Parlamento costano 463 milioni di euro contro i 444 milioni dello scorso anno: in questo caso, però, l’aumento è in qualche modo giustificato dall’allargamento dell’Unione europea che dal luglio del 2013 è salita a 28 membri con l’ingresso della Croazia. Il Parlamento è uno dei due bracci legislativi dell’Unione (l’altro è il Consiglio), ma gran parte della sua attività è dedicata alla divulgazione (106 milioni di euro l’anno tra pubblicazione di documenti, accoglienza dei visitatori e distribuzione di informazioni varie). L’Europarlamento spende 100 milioni di euro l’anno per finanziare l’attività di parlamentari indipendenti, i gruppi parlamentari e le fondazioni. Altri 200 milioni sono stanziati per coprire le gli eventuali eccessi di spese per i lavori parlamentari.
Strutture. Il Parlamento spende 205 milioni di euro l’anno per il mantenimento delle tre sedi; 140 milioni per le telecomunicazioni sotto il cui cappello cade tutta la gestione dell’Information technology. I costi amministrativi ammontano a circa 5 milioni di euro.
Repubblica.it – 13 maggio 2014