Un bambino di due anni ha contagiato sorellina, mamma e nonna. Al funerale di quest’ultima sono rimaste infette due persone che poi hanno allargato il contagio. Gue’cke’dou: è in questo villaggio della Guinea, il sei dicembre scorso, che sarebbe iniziata l’epidemia di Ebola.
Secondo un gruppo di ricercatori dell’Institute for tropical Medicine, il paziente zero sarebbe stato appunto il bambino di due anni morto una settimana prima della madre. Le quattro vittime hanno avuto febbre, vomito e diarrea. A dare la notizia è stato il New York Times . Secondo il quotidiano un infermiere avrebbe poi esportato in un altro villaggio il virus, che si sarebbe propagato alla velocità della luce in altri Paesi perché Gue’cke’dou confina con la Sierra Leone e la Liberia. Nel villaggio dove tutto è iniziato «la sensazione era di terrore» ha detto nei giorni scorsi il dottore Kalissa N’fansoumane, direttore dell’ospedale cattolico di S.Giuseppe a Monrovia (Liberia) ora chiuso. Ebola sarebbe poi stato «riconosciuto» a marzo, quando decine di persone erano già morte in Guinea e casi sospetti stavano emergendo in Liberia e Sierra Leone, tre dei Paesi più poveri la mondo. Oggi la situazione sembra ancora fuori controllo. Gli epidemiologi prevedono che ci vorranno mesi per contenere l’epidemia, forse molti, e un portavoce dell’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha affermato che servirebbero altre migliaia di operatori sanitari per combatterla (al momento 145 di loro sono stati infettati e 80 sono morti). In questa parte dell’Africa non c’erano mai stati prima casi di Ebola. Per questo gli operatori sanitari non avevano né la formazione né gli strumenti per riconoscerla ed evitare di infettare se stessi. Intanto il panico si sta allargando a molti Paesi dell’area, che hanno provveduto a sbarrare i propri confini. Alcuni esperti temono che Ebola possa destabilizzare i governi della regione. Per arginare la più grande epidemia del virus, da quando è stato isolato, dovrebbero arrivare farmaci e vaccini non sperimentati. Tutto dipenderà dalla decisione che prenderà il comitato dell’Oms che oggi dovrà decidere se dare il via libera. La questione è etica oltreché scientifica. Nonostante l’allarme lanciato dall’Oms (non si può escludere un’estensione del contagio) non si segnalano per il momento casi al di fuori dei Paesi colpiti. Falsi allarme sono stati segnalati in Usa, Canada, Hong Kong e Arabia Saudita, puntualmente smentiti. Anche in Italia, conferma il ministero della Salute, è stato rilevato qualche caso sospetto. Uno di questi a Gallarate. Ma era solo malaria.
Agostino Gramigna – Corriere della Sera – 11 agosto 2014