“In queste prime giornate di dibattito in aula, la maggioranza ha eseguito l’ordine di Zaia: tacere e votare contro i nostri emendamenti. Un atteggiamento di chiusura totale: l’ostruzionismo al confronto lo fanno loro. Noi andremo avanti a denunciare, articolo per articolo, le gravi conseguenze di questa riforma, fino a quando non avremo ottenuto i correttivi indispensabili per salvaguardare i servizi sociosanitari in Veneto”. A dirlo la capogruppo del Pd, Alessandra Moretti, che sabato a Limena ha aperto i lavori del dibattito ‘Zero all’Azienda Zero’, al quale hanno preso parte i consiglieri regionali democratici assieme a parlamentari, sindaci, operatori e rappresentanti delle categorie sociosanitarie. “Si tratta di una riforma che smantella proprio quel modello di sanità veneta di cui lo stesso Zaia si è sempre vantato. Un modello che metteva al centro la persona, le famiglie, i territori e i loro bisogni. Siamo convinti che il sistema vada aggiornato, perché negli ultimi 30 anni le esigenze sono profondamente cambiate”.
“Ma questo aggiornamento, che contempla giustamente la riduzione delle Ulss, non può essere slegato da ogni analisi dei bisogni. La riorganizzazione e la razionalizzazione non può corrispondere, come vuole Zaia, ad un accentramento dei poteri nelle mani di una sola persona che guiderà l’Azienda Zero, facendo calare dall’alto ogni decisione”. AlessandraMoretti ha inoltre denunciato un quadro nel quale “con la riforma la politica esce di scena. Il Consiglio infatti viene completamente esautorato e al suo posto viene immesso lo strapotere dei dirigenti. Una linea che Zaia continua a perseguire tanto nella sanità quanto in altri settori, rispetto alla quale ci opponiamo duramente”.
A Limena nel convegno organizzato dal gruppo consiliare regionale del Pd Claudio Sinigaglia (Pd), correlatore al provvedimento di riforma, ha sottolineato che “il Direttore generale dell’Azienda Zero gestirà direttamente 2,5 miliardi oltre ad influire pesantemente su un bilancio di settore che complessivamente vale 8,5 miliardi. Noi proponiamo invece l’istituzione di un’Agenzia sociosanitaria che prevede un comitato di gestione assieme ai Direttori Generali delle Ulss, cosa che garantisce risparmi e razionalizzazioni mirandole in modo più aderente alle realtà territoriali”. – ha aggiunto Sinigaglia – su cui si regge la proposta correttiva di riforma delle opposizioni: su questi non vogliamo cedere, dall’eliminazione dei project financing in sanità al potenziamento dei servizi territoriali, al riconoscimento di un ruolo maggiore dei sindaci e delle Conferenze in ogni distretto”. Tra i pilastri della proposta correttiva, Stefano Fracasso, vice presidente della I Commissione Consiliare, ha puntato l’indice sulla “emergenza del personale nelle strutture, spesso sotto organico. In questi anni la Giunta è intervenuta con il contagocce per cercare di ovviare a queste carenze evidenti. La riforma deve essere invece l’occasione per stabilire un’inversione di marcia, rafforzando innanzitutto le dotazioni mediche e infermieristiche e superando la precarizzazione diffusa”. Anche per il vice presidente del Consiglio, Bruno Pigozzo, “servono più servizi e meno uffici. Bisogna approfittare della scadenza nel 2016 del Piano Sociosanitario, facendo un monitoraggio su ciò che manca nella rete territoriale in termini di strutture e che non ha consentito fino ad oggi di realizzare una reale integrazione tra servizi ospedalieri e periferici. La nuova pianificazione deve essere organica alla riforma, altrimenti non ha senso parlare di riorganizzazioni”. Tra i nodi critici sollevati dalla consigliera PD Francesca Zottis quello delle “case di riposo: si continua a non assistere ad un abbassamento delle rette e contemporaneamente la qualità dei servizi non viene innalzata. La riforma, che parla di funzioni in materia di servizi sociali, non può non farsi carico della necessità di garantire un’equa distribuzione delle risorse, ridefinendo in maniera chiara criteri e tipologie dei servizi. Resta la necessità di un indirizzo all’interno della legge di riforma e di una accelerazione nella approvazione della nuova legge sulle Ipab, rispetto alla quale presenteremo ulteriori proposte”.
I 10 OBIETTIVI DEL PD
Ecco le modifiche-aggiunte che il Pd vuole siano introdotti nella riforma sanitaria. Ognuno di questi temi, è stato detto ieri, è accompagnato da emendamenti depositati in Consiglio per l’esame della riforma in atto.
1) Azienda Zero e UIss: principi di equità e universalità
2) Azienda Zero: ci sia il Comitato dei direttori
3) No a un commissario in AzienzaZero
4) No nuovi project financing in sanità veneta
5) Massima trasparenza.
6)No Ispettorato della Giunta (è un doppione del Consiglio)
7) Potenziamento servizi territoriali
8 e 9) In ogni Distretto (ex UIss di oggi): conferenza dei sindaci, coordinatore del sociale e poi dipartimenti prevenzione, salute mentale, dipendenze.
10) Riduzione delle rette nelle case di riposo
27 giugno 2016