Dal 20 aprile potrebbero tornare le zone gialle. Solo un’ipotesi, per ora, perché Palazzo Chigi ieri sera ha precisato che la cabina di regia governo-Cts sarà convocata «per valutare possibili riaperture» solo «sulla base dei dati» epidemiologici elaborati settimanalmente dall’Istituto superiore di sanità (Iss), dal ministero della Salute e dalle Regioni. Misure e tempi verranno stabiliti a seconda di come andrà la diffusione del contagio. Per ora, dunque, non è stata ancora fissata una data vera di svolta. Ma le Regioni sono in pressing e molte categorie sul piede di guerra. Il leader della Lega, Matteo Salvini, anche ieri pur moderando i toni ha ribadito la sua linea con un tweet: «Riaprire attività e tornare alla vita fin da aprile ovunque i dati medici lo permettano. È l’obiettivo della Lega e la speranza di milioni di italiani. Ascoltiamo la scienza, non l’ideologia che vede solo rosso». Il partito di via Bellerio è in forcing da tempo, ma anche Italia viva e Forza Italia chiedono al governo un tagliando in tempi brevi.
Intanto, dopo il lockdown di Pasqua, da oggi tornano arancioni Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Marche, Molise, le Province autonome di Bolzano e di Trento, la Sardegna, la Sicilia, l’Umbria e il Veneto. Il nuovo decreto del governo, in vigore da domani, prevede fino al 30 aprile solo zone rosse o arancioni, ma anche la possibilità di apportare modifiche. «È il vaccino il passaporto per le riaperture», chiariscono fonti dell’esecutivo. Così, ecco che dal 20 aprile, per quelle Regioni che si mostreranno virtuose nell’applicazione del piano vaccinale e qualora dovessero migliorare i dati epidemiologici, potrebbe arrivare comunque il sospirato premio della fascia gialla anticipata, con la riapertura a pranzo di bar e ristoranti e il ritorno pure di cinema e teatri. Per piscine e palestre, invece, bisognerà aspettare ancora.
Sarebbe certo un cambio di passo e il provvedimento, secondo fonti di governo, sarà preso con una delibera approvata in Consiglio dei ministri. Intanto, però, il titolare della Salute, Roberto Speranza, continua a predicare prudenza («Non è ancora il momento di riaprire»), mentre la collega agli Affari regionali, Mariastella Gelmini, è più possibilista («Vediamo i dati, di sicuro serve subito un nuovo scostamento di bilancio per garantire i ristori»). Ne parleranno giovedì anche le Regioni in un incontro con Draghi che avrà al centro i fondi del Recovery.
Perché la tensione comunque resta alta. A Napoli, domani alle 10.30, la Confesercenti Campania manifesterà in piazza del Plebiscito davanti alla Prefettura «con 15 croci simbolo della disperazione di altrettanti settori, ormai alla resa a causa della pandemia e del sostegno inadeguato dei vari governi». Dal turismo alla moda, dal wedding alla ristorazione, dagli albergatori ai b&b, dai parrucchieri alle partite Iva, tutti gli operatori rimetteranno idealmente nelle mani del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le proprie licenze.
Il Corriere della Sera