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Primo libro Ilaria Capua. «Spingo le donne a emergere»

«Date alle donne delle occasioni adeguate ed esse potranno fare tutto». Oscar Wilde, che «rivisitato» da Ilaria Capua diventa: «Alla fine, gira e rigira, le cose devi fartele da sola». E’ l’essenza di «I virus non aspettano», il primo libro scritto dalla virologa dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie (Izv), eletta «mente rivoluzionaria» nel 2008, inserita tra i migliori 50 scienziati al mondo e da qualche giorno cittadina onoraria di Padova (è romana).

La sua ultima fatica, pubblicata da Marsilio e in libreria da ieri e narra «avventure, disavventure e riflessioni di una ricercatrice globetrotter». «E’ un testo divertente, che racconta aneddoti bizzarri a me accaduti nel portare la ricerca italiana in giro per il mondo — spiega la Capua —. Ma contiene pure riflessioni sul merito, sulle discriminazioni subite dalle persone talentuose, soprattutto le donne, benchè di solito più preparate. Vorrei che questo libro fosse per loro uno stimolo a far emergere il talento sottovalutato, a infrangere il tetto di cristallo e a cogliere la galassia di occasioni esistente». Ma la direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche comparate dell’Izv tira per la giacchetta tutti i ricercatori italiani, esortandoli ad andarsi a cercare i fondi, per esempio da Ue e Fao, invece di lamentarsi («per me è sempre stato l’ultimo problema, basta darsi da fare»), richiama la trasparenza dei dati e la necessità di tradurre subito in cure le scoperte fatte in laboratorio. «Non sono una mente superiore, semplicemente ho lavorato sempre tanto», chiude le virologa che scoprì la sequenza dell’aviaria e che il 13 ottobre riceverà il «Premio Gentile da Fabriano».

Corriere del Veneto – 20 settembre 2012

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