La Food and Drug Administration (FDA) ha pubblicato due rapporti che rilevano la resistenza antimicrobica di alcuni batteri isolati dalla carne cruda e dal pollame, raccolti attraverso il sistema di sorveglianza della resistenza antimicrobica Nazionale (NARMS).
I due rapporti (“2012 Retail Meat Report” e “2013 Retail Meat Interim Report”) hanno mostrato una tendenza decrescente della resistenza antimicrobica.
Il programma NARMS è focalizzato sulla resistenza agli antibiotici considerati importanti in medicina umana, e sulla resistenza multifarmaco (fenomeno descritto dalla FDA come resistenza a tre o più classi di antibiotici).
Nell’ambito di questo programma, vengono raccolti campioni dagli esseri umani, dagli animali da produzione alimentare e dalla carne al dettaglio, che poi sono testati per alcuni batteri, in particolare Salmonella non tifoidea, Campylobacter, E. coli ed Enterococcus, per determinare se tali batteri sono resistenti agli antibiotici utilizzati in medicina umana e veterinaria.
La relazione evidenzia che nel periodo 2012-2013 si è registrata, tra le carni avicole, una diminuzione della resistenza alle cefalosporine di terza generazione. La resistenza alla Salmonella nelle carni vendute al dettaglio è scesa dal 38% del 2009 al 28% del 2012 ed era al 20% nel 2013. La Salmonella raccolta nelle carni al dettaglio risultava ancora sensibile alla ciproflosacina, uno degli antibiotici più importanti per il trattamento di questa patologia. Era inoltre sensibile alla azitromicina, un altro importante antibiotico indicato per il trattamento della Salmonella e altri patogeni intestinali. Ma nei campioni prelevati tra il 2011 e il 2013 è stata rilevata una costante diminuzione della percentuale complessiva di isolati della Salmonella resistenti a più farmaci. Infine nei campioni del 2012 solo l’1% degli isolati C. Jejuni provenienti dal pollo al dettaglio risultava resistente all’eritromicina, farmaco per il trattamento delle infezioni da Campylobacter.
“Il National Chicken Council è lieto di vedere che continua a diminuire la resistenza agli antibiotici in generale, ma soprattutto quella relativa ai diversi patogeni di origine alimentare. Allo stesso tempo siamo felici che i principali antibiotici restino efficaci nel trattamento delle malattie” ha detto Ashley Peterson, vice Presidente per gli affari scientifici e normativi del NCC “I modelli di resistenza forniscono dati molto più significativi rispetto a quelli sulla salute pubblica o sulla vendita degli antibiotici. Questi rapporti provano che l’uso continuato ma giudizioso degli antibiotici da parte dei produttori di pollame e del bestiame, sta aiutando a ridurre la resistenza di vari agenti patogeni di origine alimentare. E’ infine sempre utile ricordare che molti patogeni sono presenti sul pollo crudo, ma sono completamente distrutti da una corretta manipolazione del prodotto e una adeguata cottura”.
Fonte The Poultry Site – Da Unaitalia – 15 aprile 2015