«Siamo contenti perché la sentenza non genera automatismi né per il passato né per il futuro. Adesso mi auguro che i sindacati abbandonino la vecchia logica della X fratto Y». X fratto Y? «I miniaumenti uguali per tutti: direi che non è più tempo». Il sottosegretario alla Pubblica amministrazione Angelo Rughetti dice che dalla Corte costituzionale è «arrivata una buona notizia non per il governo ma per i conti pubblici e, quindi, per il Paese».
Quando convocherete i sindacati per il nuovo contratto?
«Leggeremo la sentenza e, se prevede una sorta di obbligo a contrattare, ci metteremo intorno al tavolo. Ma, con umiltà e con rispetto, bisogna chiedersi se è ancora utile dare poco a tutti o se è meglio fare un patto per individuare i servizi prioritari e investire su questi».
Aumenti non a pioggia ma mirati. La stessa scelta fatta per la scuola, dove però non tutto è andato liscio.
«Bisogna privilegiare i servizi che rimettono in moto il ciclo produttivo, quelli di supporto alle imprese. E anche i servizi che garantiscono coesione: se un Comune vuole aumentare il produttività per gli assistenti sociali, lo dobbiamo aiutare».
Quanto costerà attuare la sentenza? Nel Documento di economia finanza avete previsto 1,6 miliardi di euro nel 2016, 21 miliardi fino al 2019.
«Non ci sono automatismi, né statistiche su come di solito vanno le trattative. Quello è solo un punto di riferimento. E le scelte dovranno essere compatibili con il quadro di finanza pubblica».
Sta dicendo che i soldi saranno meno?
«Sto dicendo che è troppo presto per dare numeri seri. Chi lo fa tira a indovinare».
Ma i soldi da dove si prenderanno?
«Di sicuro non ci saranno nuove tasse».
Tagli di spesa allora?
«Parlerei di riallocazione della spesa all’interno della stessa pubblica amministrazione. Lo Stato paga 2 miliardi di euro l’anno per l’affitto dei suoi uffici e, solo nel 2013, le aziende di servizi pubblici locali hanno perso 1,2 miliardi».
Allora il lavoro di Carlo Cottarelli sulla spending review non era da buttare via?
«Ci mancherebbe, con lui abbiamo lavorato benissimo. Come stiamo lavorando benissimo con il nuovo commissario, Yoram Gutgeld. C’è ancora molto spazio per rendere più efficiente la pubblica amministrazione senza ridurne i servizi».
Ma la spending review non doveva servire a evitare l’aumento dell’Iva?
«Dopo l’estate la Legge di Stabilità affronterà tutti i problemi. Si farà il conto delle risorse disponibili e delle voci sulle quali investire. Non ci sono mica compartimenti stagni».
L. Sal. – 25 giugno 2015 – Corriere della Sera