Nel business miliardario dei medicinali c’è chi gioca sporco. Accumula profitti sulla pelle dei malati. Lucra sui rimborsi della sanità pubblica. È il caso, secondo l’Antitrust, delle multinazionali del farmaco Roche Italia e Novartis Farma, sanzionate con 182 milioni di multa perché artefici di «un cartello che ha condizionato le vendite dei loro principali prodotti destinati alla cura della vista, Avastin e Lucentis».
Entrambi adottati nel contrasto della degenerazione maculare senile (una seria patologia che può condurre alla cecità) e giudicati «equivalenti» sul piano terapeutico dagli oculisti; ma posti sul mercato a prezzi ben diversi: oggi una fiala di Avastin costa 20 euro mentre l’analoga confezione di Lucentis è venduta a 810 euro (erano addirittura 1700 prima dell’intervento dell’Aifa). Il cartello scoperto dall’Antitrust mirava, facile intuirlo, ad escludere dalle farmacie il marchio meno costoso ad esclusivo vantaggio di quello più redditizio. Un’operazione contrastata, fin dall’inizio, dalla Regione Veneto, che nel 2010 – forte dei pareri scientifici prevalenti – decise di adottare il meno costoso Avastin, esponendosi alla reazione dei colossi che impugnarono il provvedimento al Tar e riuscirono a bloccarlo, stante il colpevole silenzio delle agenzie del farmaco italiana ed europea, interpellate senza esito dai giudici amministrativi di Venezia. La circostanza impose una spesa supplementare di 15,2 milioni di euro alla sanità veneta e, conseguenza ancora più grave, privò molti malati dell’accesso al costosissimo Lucentis. Ora però, in vista del ricorso al Consiglio di Stato, i fautori della scelta – l’assessore Luca Coletto ed il governatore Luca Zaia – trovano un alleato nel Consiglio Superiore di Sanità, che ha emesso un parere scientifico inequivocabile: «I dati attualmente valutabili dalla comunità scientifica», si legge «evidenziano che i medicinali Lucentis (Ranibizumab) e Avastin (Bevacizumab), pur nella diversità strutturale e farmacologica delle molecole, non presentano differenze statisticamente significative dal punto di vista dell’efficacia e della sicurezza nella terapia». «Parole che pesano come macigni e che, secondo noi, pongono una pietra tombale su qualsivoglia disputa, accesa per meri interessi commerciali e non certo per la salute dei pazienti», il commento di Coletto. Ora la Regione agirà sul piano legale per ottenere da Roche e Novartis il risarcimento del danno finanziario subìto nel triennio 2010-2013.
IL Mattino di Padova – 17 maggio 2014