Uno squillo del telefono. E l’argomento della conversazione era già chiaro, ancora prima di rispondere. «Governatore, ti sa che se vado in Alto Adige in un anno risparmio un milion de euro?».
«Lo so. E so anche che questa è la dimostrazione che lo Stato ci ha mandati al massacro esponendoci alla concorrenza sleale di regioni a statuto speciale che si fanno belle usando il nostro residuo fiscale», ha risposto il presidente Luca Zaia all’imprenditore che lo ha chiamato. L’oggetto della conversazione era ovviamente l’iniziativa della Business Location Sudtirol, la Bls, agenzia controllata al 100% dalla provincia autonoma di Bolzano, che qualche giorno fa ha inviato una lettera ad alcune aziende venete proponendo a quelle che si trasferiscono in Alto Adige un contributo del 75% per l’affitto dei capannoni e l’azzeramento dell’Irap per cinque anni. «È un’autentica vergogna, una schifezza, la prova provata che il Paese non esiste più — continua Zaia — Bolzano ha messo in campo una vera e propria azione di dumping sfruttando un’autonomia che noi non abbiamo. Se il governo Monti non avesse buttato via il federalismo e avesse iniziato ad applicare i costi standard, ci sarebbe un risparmio di 28 miliardi di euro in Italia. E se il Veneto potesse trattenere solo uno di quei miliardi saremmo in grado di mettere in piedi iniziative molto più efficaci di quelle dell’Alto Adige».
In attesa che la Giunta decida di prendere provvedimenti politici nei confronti del governatore del Trentino Alto Adige Luis Durnwalder (il capogruppo del Pdl in Consiglio, Dario Bond, presenterà una mozione perché Zaia intervenga contro «questa indecenza»), va ricordato che la Regione Veneto in questi anni è riuscita a potenziare la dotazione di Veneto Sviluppo, ha creato un fondo anticrisi e ha accorciato i tempi dei finanziamenti (nei limiti della legge). «Certo che di fronte agli sciacalli altoatesini queste iniziative sono ancora poco — ammette l’assessore alle Attività produttive Isi Coppola — Provo disprezzo profondo per chi ha agevolazioni enormi come l’Alto Adige e le usa per umiliare altri territori». Almeno, a sentire il presidente di Confindustria Belluno, Domenico Cappellaro, ieri nessuna delle aziende invitate oltre confine ha colto la palla al balzo e gli imprenditori si sono uniti per lanciare un appello alla politica perché «faccia qualcosa». «I primi a dover intervenire sono i rappresentanti della Lega Nord visto che governano la Regione e visto che il processo federalista si è fermato», aggiunge il presidente di Confartigianato Belluno Giacomo Deon. «Questo episodio mette in evidenza quanto il tema della competitività per il Nordest sia urgente — aggiunge il presidente di Confindustria Veneto Andrea Tomat, convinto che l’unica soluzione sia il federalismo —. Abbiamo un grande patrimonio industriale che rischiamo di perdere se non verranno intraprese azioni in grado di dare una scossa. Non basta più aumentare la nostra attrazione, dobbiamo anche difenderci». «La specialità dell’Alto Adige è un privilegio che i nostri vicini ci sbandierano ogni giorno con i finanziamenti al turismo — interviene il presidente di Federalberghi Marco Michielli — ma arrivare a spedire una lettera è una presa in giro. È ora che i partiti dicano se sono pronti a fare una modifica costituzionale per dare un certa autonomia a tutte le regioni». L’unica voce fuori dal coro (se si esclude quella della stessa Bls che bolla le critiche come «iniziative bizzarre, visto che l’interesse a trasferirsi in Alto Adige da parte di alcune aziende venete c’era da tempo») è quella del presidente di Confartigianato Treviso Mario Pozza: «Le aziende che intendono trasferirsi fanno bene. Piuttosto che andare in altri Paesi, come la Carinzia, è meglio che le imprese rimangano in Italia e facciano 70 chilometri per essere competitive. Tanto è ormai molto tempo che ci sono regioni di serie A e di serie B, piuttosto la Regione Veneto cominci a ragionare su quello che non ha fatto».
Il Corriere del Veneto – 26 gennaio 2013