Il virus Zika, che spaventa il Sudamerica, è sbarcato in Europa. Quattro casi (già guariti) sono stati registrati in Italia. Cosa è l’infezione umana da Zika virus? Come si trasmette? Quali sono i sintomi principali? L’Organizzazione mondiale della sanità pubblica l’aggiornamento delle fact sheet su questa malattia nelle quali risponde a queste domande, offrendo anche indicazioni dettagliate sulle modalità di prevenzione e trattamento. Operatori sanitari e cittadini possono trovare informazioni dettagliate anche sul sito dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani dove si possono scaricare anche materiali di tipo divulgativo. Le linee guida messe a punto dagli esperti dei Centers fod Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi contengono indicazioni per le donne gravide che intendono viaggiare in aree dove è attiva la trasmissione del virus Zika e raccomandazioni per lo screening, la valutazione e la gestione di quelle che tornano da tali aree a rischio.
Come si legge sulle pagine di Morbidity and Mortality Weekly Report (Mmwr), il responsabile dell’infezione è un flavivirus che si trasmette all’uomo attraverso la puntura di una zanzara, in particolare della Aedes aegypti, attiva soprattutto di giorno responsabile anche della trasmissione di altri virus come quelli di dengue e chikungunya. «Questo vettore si trova in tutte le Americhe, incluse anche regioni degli Stati Uniti» spiega Emily Petersen, prima autrice del documento, precisando che nell’80% dei casi di infezione il paziente è asintomatico e, qualora presenti, i sintomi tipici durano da pochi giorni a una settimana e sono rappresentati da febbre, rash maculopapulari, artralgia e congiuntivite non purulenta. La necessità di linee guida dedicate al virus Zika nelle donne in gravidanza nasce dall’osservazione che l’infezione è stata confermata in neonati con microcefalia e che nel recente outbreak virale verificatosi in Brasile si è registrato un forte incremento di bambini con microcefalia.
Ecco quindi le indicazioni dei Cdc per le viaggiatrici gravide. «Le donne in gravidanza dovrebbero prendere in considerazione l’idea di rimandare il viaggio in zone a rischio e, nel caso ciò non sia possibile, rispettare sempre le norme per proteggersi da punture di zanzara» affermano gli autori. Ma ci sono anche indicazioni per i medici. «È necessario chiedere sempre alle donne se hanno una storia personale di viaggio in aree dove la trasmissione del virus è attiva ed effettuare test di ricerca del virus in quelle che sono state recentemente in tali aree e presentano sintomi come febbre, rash, mialgie o congiuntiviti entro due settimane dal termine del viaggio» aggiungono Petersen e colleghi che poi concludono «Le donne positive all’infezione da Zika dovrebbero essere sottoposte a ecografia ogni 3-4 settimane per monitorare a crescita fetale».
VIRUS ZIKA, CASI IN ITALIA ED EUROPA
Il virus Zika, che spaventa il Sudamerica, è sbarcato in Europa. Quattro casi sono stati registrati in Italia. Si tratta spiega il direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani, Giuseppe Ippolito, “di 4 italiani che rientravano dal Brasile ed i casi si riferiscono alla Primavera 2015. Tre pazienti sono stati trattati allo Spallanzani di Roma ed uno a Firenze. Attualmente, stanno bene”. Tre britannici appena rientrati in patria dopo viaggi nel continente e ai Caraibi, sono invece i primi casi di infezione registrati nel Regno Unito. Le autorità sanitarie hanno spiegato che i tre avevano contratto il virus, collegato alla nascita di bambini con la microcefalia, con punture di insetto in Colombia, Suriname e Guyana. La sanità britannica ha voluto tuttavia puntualizzare che il virus Zika “non si trova in forma naturale” nelle isole britanniche e che “non si contagia direttamente da persona a persona”. Ieri due donne sudamericane, ma residenti in Catalogna, nel nord-est della Spagna, sono state trovate positive al virus. Anche le due donne, di 30 e 45 anni, che non sono in stato di gravidanza e godono di buona salute, hanno contratto il virus alla fine del 2015 nei rispettivi Paesi d’origine. A New York tre persone sono risultate positive. Secondo quanto riferito dal Dipartimento alla salute dello stato di New York, tutti e tre avevano viaggiato in aree fuori dagli Stati Uniti.
IL VIRUS ZIKA SI DIFFONDE E MINACCIA L’AMERICA. PANICO TRA LE NEO MAMME. CAUSA MALFORMAZIONI NEI FETI
Eugenia Tognotti. Certo non ha il tremendo potere distruttivo del più temuto dei virus, Ebola, con il suo corollario di orrore da contagio, che ha appena allentato la sua mortale morsa in Africa occidentale. E tuttavia il nuovo patogeno – il virus Zika – l’ultimo arrivato ad infoltire il già nutrito elenco delle malattie cosiddette «emergenti» tra XX e XXI secolo – rappresenta una minaccia per la salute globale, particolarmente inquietante per due buoni motivi. Il primo riguarda la vulnerabilità del bersaglio: il feto, le nascite, la salute dei nuovi nati.
In Brasile, il Paese più colpito, i rischi sono stati confermati dal collegamento, dimostrato con diverse scrupolose analisi, tra l’infezione nelle gestanti che avevano contratto il virus Zika nei primi mesi di gravidanza e i casi di microcefalia, una malformazione neurologica in cui le dimensioni del cranio non si sviluppano in modo corretto e rimangono al di sotto della media, una condizione che può determinare deficit e ritardi nello sviluppo, problemi di vista e d’udito.
Le vittime
L’insolita impennata del numero di bambini nati con microcefalia in Brasile tra il 2014 e il 2015 – (da 59 a 1248) – sta allarmando, e non senza ragione, le autorità e le istituzioni sanitarie, nazionali e sovranazionali, dato il diffondersi del nuovo virus in diversi Paesi dell’America Latina.
Il secondo motivo di allarme è dato dalla conferma fornita dalla sua comparsa sulla scena circa l’aumento, negli ultimi decenni, del rischio della globalizzazione dei vettori e delle malattie che trasmettono, a causa del riscaldamento del clima, dal degrado ambientale, dall’urbanizzazione disordinata che favorisce le raccolte d’acqua, culle di zanzare. Zanzare infette del genere Aedes, in modo particolare le Aedes aegypti (conosciute come zanzare tigri), le stesse attraverso cui si diffondono dengue e chikungunya (la febbre spaccaossa), hanno fatto la loro comparsa anche nel bacino del Mediterraneo, in alcuni paesi europei: la prima in Francia, la seconda in Italia dove, qualche anno fa è stato segnalato un focolaio.
L’origine
Isolato per la prima volta nel 1947, e chiamato col nome della foresta dell’Uganda in cui il patogeno, del genere Flavivirus è stato isolato, il nuovo virus ha allargato la sua area di diffusione. Dapprima circoscritta all’Africa, all’Asia, quindi alle isole del Pacifico, si è spinto, nel 2014, in America Latina, prima in Cile, poi in Brasile e ora, dall’ottobre scorso, in diversi Paesi del Centro e Sud America, dove si sta rapidamente espandendo, seminando terrore tra le madri.
L’epidemia Zika, sta provocando inquietudine in Brasile e potrebbe avere un effetto inaspettato sul piano sociale e politico: indurre il governo a modificare le leggi in materia di aborto, severissime, che considerano la pratica illegale , tranne nei casi di stupro, di gravissimo pericolo della madre, o di irreparabili malformazioni del feto. Al momento, la politica a cui si attengono le autorità è quella di consigliare di posticipare i tempi nel programmare un figlio, aspettando che passi questo difficile momento. Curiosa pretesa davvero quella di aspettarsi che sia il virus Zika a guidare la pianificazione familiare, invece di mettere in campo misure di prevenzione e nuove politiche in grado di aiutare la difficile scelta delle donne, informate attraverso una semplice ecografia . Una cosa è certa. Il virus Zika non sarà l’ultimo. Dovremo aspettarci che vecchi e nuovi virus compaiano e a ritmi sempre più veloci Una realtà che chiama in causa diversi fattori, tra cui la traumatica rottura di equilibri ecologici di cui siamo responsabili.
Doctor33, Epicentro e La Stampa– 24 gennaio 2016