Il mammifero aveva scatenato il panico tra le strade di Imola. Era stata sedata con un narcotico e riportato al circo Orfei da dove era fuggita. Poche ore dopo l’arresto cardiaco
Le prime e uniche ore di libertà di Aleksandre sono state una corsa disperata tra marciapiedi, semafori, supermercati, frenate di auto e urla di passanti, inseguito dall’ululare delle sirene, gli zoccoli che facevano scintille sull’asfalto, gli occhi sbarrati, il corpo bruciato dall’adrenalina.
Una folle giostra, in un mondo sconosciuto e ostile, che pareva finita quando una guardia provinciale gli ha sparato in corpo due siringhe di anestetico e gli uomini del circo Rinaldo Orfei, dal quale era fuggito o qualcuno l’ha fatto fuggire (tesi che tinge di giallo questa brutta storia), l’hanno riportato nel recinto. Ma qui, dov’era nato 4 anni fa, Aleksandre, cucciolo maschio di giraffa alto più di 3 metri e dal peso di 920 chilogrammi, si è spento di colpo, come una batteria scarica: poco dopo essersi risvegliato dal sedativo, mentre tentava di rimettersi sulle gambe, il cuore ha fatto crac. Fine della fuga e via alla danza degli interrogativi, delle polemiche.
Un cartone animato di qualche anno fa, «Madagascar», raccontava le mirabolanti avventure di quattro animali, una zebra, un leone, un ippopotamo e una giraffa ipocondriaca, Melman, che fuggivano da uno zoo di Central Park a New York. Ebbe un gran successo, e non solo tra i bambini. Ciò che invece è andato in scena ieri nel centro di Imola è una trama amara, che riaccende le polemiche sulla presenza e l’utilizzo di animali esotici nei circhi. La corsa senza meta del cucciolo di giraffa è iniziata poco dopo le 8 di mattina. I responsabili del circo Rinaldo Orfei escludono negligenze: «Qualcuno — afferma Aldo Martini — ha tagliato la serratura e ha aperto il recinto…».
Aleksandre si è fiondato fuori con tutta la potenza dei suoi 900 chili e in pochi minuti, dalla zona dell’autodromo, si è ritrovato in mezzo al traffico del centro, danneggiando a zoccolate numerose auto (nessun ferito). Ci sono volute quasi 3 ore prima che le forze dell’ordine riuscissero a sedarlo.
Ed è sulle modalità della cattura che si appuntano le polemiche. Quanto ha influito il sedativo sul decesso, considerato lo stress della giraffa? A parere dell’etologo Enrico Alleva, «la forte tensione può aver giocato un ruolo determinante, anche perché su animali di questo tipo non è semplice stabilire l’esatta dose di anestetico». All’attacco gli animalisti: «Basta con gli animali nei circhi. E comunque la sedazione va fatta con l’aiuto di un veterinario dell’Asl: presenteremo denuncia» afferma il presidente della Lav, Gianluca Felicetti. L’ex ministro Michela Vittoria Brambilla propone di sospendere i fondi ai circhi con animali. E il sindaco di Imola, Daniele Manca, dà il benservito a Rinaldo Orfei: «Via dalla città». Due settimane fa, sempre in centro, comparve un cervo ferito: una guardia provinciale lo finì a colpi di pistola (22 settembre).
23 settembre – La giraffa Aleksandre è morta per collasso cardiocircolatorio in un quadro contraddistinto da edema polmonare e cianosi delle mucose associati a traumi di lieve entità agli arti. Lo ha reso noto con un comunicato il direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Stefano Cinotti.
Gli accertamenti necroscopici sono stati eseguiti presso la sezione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. «Le lesioni osservate – spiega il professore – sono suggestive di morte per collasso cardiocircolatorio in un quadro contraddistinto da edema polmonare e cianosi delle mucose associati a traumi di lieve entità agli arti. Le indagini di laboratorio, biochimiche e tossicologiche, sulle matrici organiche prelevate in sede di necroscopia proseguiranno nei prossimi giorni».
Ordini veterinari, chiarezza su morte giraffa a Imola
‘Identificare la causa del decesso della giraffa in fuga dal Circo Orfei a Imola, e accertare le eventuali responsabilita’. Lo chiede la Federazione nazionale degli Ordini veterinari italiani (Fnovi), che in una nota esprime alcune considerazioni sul decesso della giraffa scappata e poi sedata.
Per la Fnovi, innanzitutto, “questa vicenda non deve essere in nessun modo derubricata a ‘stranezza’ o ‘incidente’. Certo e’ poco usuale vedere una giraffa correre nelle vie di una citta’ e certo ci sono stati incidenti che hanno coinvolto questo povero animale terrorizzato. Ma si tratta di un dramma che ancora una volta nasce dalla presenza degli animali nei circhi e dalle modalita’ della loro detenzione. Un dramma da cui emerge con tutta evidenza che non vengono rispettate le norme a tutela dell’incolumita’ pubblica, senza quindi considerare ne’ prevenire i rischi per animali e persone”.
“Non sono perdonabili leggerezze e incapacita’ nella gestione di situazioni di emergenza perche’ la morte di un animale, qualsiasi animale, non puo’ derivare da imprecisioni oppure da scelte dettate dal panico”. Gli Ordini veterinari chiedono, dunque, “l’accertamento dei fatti per chiarire se e quali inadempienze e errori si sono verificati. E’ doveroso conoscere, ad esempio, nei dettagli, quali siano state le sostanze farmacologiche utilizzate per sedare la giraffa, chi abbia calcolato i dosaggi e come sia stato gestito il risveglio per evitare la compressione degli organi vitali e la conseguente morte. E pure se e come sia stato effettuato il trasporto. Va fatta chiarezza sulla morte della giraffa, che non resti solo un triste epilogo di una vita di prigionia”.
Quei farmaci ad alto rischio
di DANILO MAINARDI
L a giraffa è il prodotto di un’evoluzione in cui la competizione per il cibo ha portato la testa a 6-7 metri d’altezza. Presenta speciali comportamenti per bere e per correre e in parallelo modificazioni fisiologiche e strutturali. Basta pensare alla pressione sanguigna. Col capo sollevato il sangue nei lunghi vasi forma una colonna tale per cui il cuore esercita una pressione di 300 mm di mercurio e, se fosse un animale normale, abbassando e sollevando il capo la differenza di pressione la farebbe svenire. La giraffa però ha valvole che garantiscono una pressione costante. La sua specializzazione anatomofisiologica la rende perciò fragile. I sedativi sono ad alto rischio, come ben sa chi ha la responsabilità delle ormai esigue popolazioni di questa specie
Corriere della Sera – 22 settembre 2012