Il Governo cerca di comporre il puzzle delle coperture su Imu e Iva. Intanto sia il viceministro all’Economia, Stefano fassina, sia il ministro della Pubblica amministrazione, Giampiero D’Alia, sia il collega agli Affari regionali, Graziano Delrio, smentiscono l’ipotesi di una manovra aggiuntiva per assestare i conti 2013.
I tecnici dell’Esecutivo stanno effettuando i calcoli per verificare le coperture necessarie a garantire l’esenzione Imu sulla prima casa o un aumento delle detrazione tale da evitare il prelievo sull’80-85% dei contribuenti e sul fronte dell’Iva per rinviare ulteriormente il rinvio dell’aumento al 1° gennaio. Le risorse alle quali si punta sono 5 miliardi al massimo. Dal ministero dell’Economia il vice ministro Stefano Fassina chiarisce che «non c’è nessuna manovra correttiva in vista. Sarebbe un provvedimento – spiega – autolesionista perché, oltre ad aggravare la recessione, aumenterebbe il debito pubblico». Sulla stessa linea d’onda anche il ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia: «Non è alle porte alcuna manovra correttiva. Saccomanni sta facendo con grande serietà un lavoro difficile per trovare le risorse necessarie a intervenire su Imu e Iva». La partita aperta per il 2013 riguarda infatti essenzialmente queste due tasse e quindi a conti fatti il governo starebbe cercando 5 miliardi di euro “al massimo”, secondo quanto trapela da fonti dell’esecutivo. Per l’Iva serve 1 miliardo di euro per evitare l’aumento di un punto dell’aliquota per il periodo ottobre-dicembre. Per l’Imu servono invece 4 miliardi nel caso in cui si dovesse optare per la totale abolizione della tassa sulla prima casa. Ma se le forze di maggioranza si accorderanno per una rimodulazione, esentando dall’imposta molti ma non tutti, anche questa cifra scenderebbe. Si guarda dunque al vertice di giovedì 18 luglio tra governo e maggioranza per verificare se le parti troveranno un’intesa. Una riunione che probabilmente non sarà risolutiva, e alla quale ne seguiranno altre, anche perché il governo si è dato tempo fino a ferragosto per trovare un’intesa e una soluzione. Le risorse necessarie a evitare l’aumento dell’Iva e ad abolire o rimodulare l’Imu sulla prima casa non arriverebbero da nuove tasse. Si guarda invece agli 800 miliardi di euro di spesa pubblica per vedere se ci sono spazi di risparmio. Sarebbero al vaglio parecchie voci, escludendo però il sociale, la scuola, gli investimenti per l’innovazione. Tagli che dovrebbero essere strutturali per risolvere la questione Imu una volta per tutte. Per quanto riguarda l’Iva, potrebbe anche esserci dai partiti qualche nuova proposta di copertura per il periodo luglio-settembre (al momento il miliardo di euro necessario deve arrivare dall’aumento degli acconti fiscali). A settembre si aprirà poi il cantiere sulla legge di stabilità con diverse questioni aperte, dal rifinanziamento della cassa integrazione in deroga ai ticket sanitari; ma si tratta di questioni ed eventualmente di necessità di risorse che riguarderanno il 2014.
Il Sole 24 Ore – 15 luglio 2013