Imu, un’altra mazzata per la Torre della Ricerca «Salasso da 118mila euro». La presidente della Fondazione: «È uno scandalo»
Un salasso da 118 mila euro, quasi 10 mila per ognuno dei dodici piani della Torre della ricerca che svetta nella zona industriale di Padova. È quanto la Fondazione Città della Speranza dovrà pagare di Imu: la prima rata scade a metà giugno, il saldo totale è previsto a fine anno. Addirittura peggio degli 89 mila euro sborsati nel 2012 e poi «restituiti» dall’ex premier Silvio Berlusconi, che si disse «sdegnato» nel vedere tassato così l’istituto di ricerca pediatrica più grande d’Europa. Un anno dopo ci risiamo e Stefania Fochesato, presidente della Fondazione, fa fatica a trattenersi: «È uno scandalo, l’equivalente di un progetto di quattro anni di ricerca che ci viene, per usare un eufemismo, sottratto dallo Stato. Non riesco a farmene una ragione, è un qualcosa di tipicamente italiano. Pagheremo l’Imu, noi le regole le rispettiamo».
Fatto sta che, nonostante le tante promesse dei politici, anche quest’anno i centri di ricerca e le fondazioni no profit, che spesso arrivano là dove lo Stato non riesce a funzionare, dovranno pagare l’imposta. Per salvare la situazione Ilaria Capua, la virologa famosa nel mondo per aver sequenziato il virus dell’aviaria e da poco entrata nella Torre per collaborare con la Fondazione Penta (impegnata nella ricerca sull’Aids pediatrico), come deputata di «Scelta Civica» ha proposto un emendamento che sarà discusso in Parlamento e prevede di esentare le attività di ricerca dal pagamento dell’Imu. Intanto Fochesato continua la sua battaglia: «Alla fine chi paga sono sempre i bambini, perché la ricerca si fa per loro. Da Roma mi spieghino cosa devo dire a quegli alunni di una scuola elementare di Campiglia dei Berici, per citarne una, che rinunciando a figurine, caramelle e quant’altro ci hanno donato 113 euro». Di riflesso, infatti, la botta dell’Imu colpisce anche i 33.535 cittadini che hanno donato il loro 5 per mille alla Fondazione. Il dato (riferito al 2011) dà l’idea di quanto la Torre sia coccolata nel Veneto e fuori.
«Siamo il 26esimo ente per quantità di versamenti ricevuti, ma così si rischia di demoralizzare tutti, anche chi crede in noi e ci sostiene», spiega la presidente. E quei 740 mila euro di «tesoretto» incassati dai 5 per mille verranno intaccati ancora dai balzelli dello Stato. Lo scorso anno, quando si diffuse la notizia degli 89 mila euro che la Città della Speranza doveva versare, Berlusconi fece della Torre della Ricerca un cavallo di battaglia, pagando poi effettivamente quanto promesso grazie a un assegno portato a Padova da Angelino Alfano, segretario del Pdl e ora vicepremier. «Un bel segnale — continua Fochesato — ma il concetto è sbagliato: l’Imu non si dovrebbe pagare».
Intanto, quattro dei dodici piani dell’edificio stanno per essere occupati dal Dipartimento di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera, con i laboratori di Oncoematologia pediatrica coordinati dal professor Giuseppe Basso. «Il trasferimento avverrà a breve», conferma Fochesato. Una buona notizia c’è dunque, e la speranza che la Fondazione insegue continua ad essere un obiettivo a portata di mano. «Speriamo si ripari in qualche modo a questa tassa spaventosa», è l’auspicio di Fochesato. Ma la tela di Penelope fatta e disfatta dalle promesse dei politici, non lascia, purtroppo, spazio all’ottimismo
Il Corriere del Veneto – 24 maggio 2013