Il Movimento 5 Stelle presenta il suo primo progetto di legge a Ferro Fini. E trattandosi del testo d’esordio, non poteva che avere per oggetto la ragione sociale grillina: «Anti casta».
Punta infatti ad abolire i vitalizi, ridurre le indennità e introdurre la rendicontazione delle spese in consiglio regionale la proposta che sarà pubblicata sul portale «Lex» del M5S, dove potrà essere emendata dai cittadini prima di essere depositata in commissione Bilancio. L’assunto di partenza è che si possa vivere con cinquemila euro lordi al mese. «Noi lo facciamo già, perché devolviamo la differenza al fondo per il micro-credito», spiegano i pentastellati, mostrando la busta paga ricevuta dal Palazzo e quella ad uso interno che certifica la riduzione. L’idea è di azzerare l’assegno mensile per i 241 ex, abbassare l’indennità di carica dei consiglieri (da 6.600 a 5.000 euro) e le indennità di funzione per chi riveste ruoli (da 2.700 a 2.200 per i presidenti di giunta e consiglio, da 2.400 a 1.700 per gli assessori, da 2.400 a 1.200 per i numeri uno di commissione), nonché di cancellarla per capigruppo e segretari, oltre che di tagliare il rimborso spese da 4.500 a 4.000 euro al mese, intesi come tetto massimo sotto il quale per la prima volta dovranno essere presentati scontrini e ricevute. «Nel corso della legislatura risparmieremmo 82.550.000 euro, altro che tagli al sociale», calcola Patrizia Bartelle. «Ora voglio proprio vedere chi avrà il coraggio di votare contro questa legge», lancia la sfida Jacopo Berti.
(a.pe.) – Il Corriere del Veneto – 9 ottobre 2015