A dispetto di una pressione fiscale ai massimi storici, di un tasso di disoccupazione molto preoccupante e di un’economia reale in forte sofferenza, grazie all’impennata dei mercati azionari, anche in Italia come nel resto del mondo, nel 2012 sono aumentati i milionari. Vale a dire, chi dispone di ricchezze finanziarie investite pari ad almeno un milione di dollari.
Nel mondo sono 12milioni e siedono su una montagna di 46.200 miliardi di dollari. In Italia, il segmento è decisamente più piccolo (176mila individui per complessivi 336miliardi di dollari) ma nel 2012 i loro capitali sono cresciuti(+4,5%)rispetto al 2011 quando il segmento ricomprendeva 168mila individui. È una delle tante evidenze che emergono dalla 17°edizione del rapporto annuale sulla ricchezza, realizzato dalla società Cap Gemini in collaborazione con RCB W M che esamina questo target focalizzandosi sui fattori economici globali, comportamenti a livello di investimento e performance dei patrimoni. Ma se si guarda indietro, proprio alle passate edizioni, l’Italia, pur mantenendo la decima posizione nel ranking mondiale (in Europa veniamo dopo Germania, Uk e Francia), deve ancora ritornare ai livelli del 2003: nel 2004 i milionari erano 195mila e nel 2007 addirittura 208mila. Insomma, c’è un’evidente perdita di ricchezza. «Tra i fattori che hanno favorito nel 2012 il recupero ci sono il buon andamento dell’indice azionario Msci – spiega Andrea Falleni,della divisione financial services di Capgemini Italia – cresciuto per l’Italia dell’8,6%, a fronte invece di un significativo ribasso del 2011 (-25,8%), il rapporto tra risparmio a livello nazionale e Pil è aumentato dal 19,2% del 2011 al 20,3% del 2012, e il disavanzo delle partite correnti è sceso passando dal 3,3% del Pil nel 2011 allo 0,6% nel 2012. Restano, però, alcuni fattori inibitori tra cui il Pil reale sceso del 2%, i prezzi degli immobili che hanno continuato a scendere(-4,3%), l’austerià fiscale, la crisi di liquidità delle banche che ha frenato le attività nei settori industriali e nei servizi». I numeri del Bel Paese sono ovviamente lontanissimi dai quelli del nord America e della regione Asia. La prima con 3,73 milioni di paperoni (12.700 miliardi di dollari di ricchezza complessiva) guida per ora la classifica mondiale. Ma la seconda con 3,68 milioni di individui (12.000 miliardi la ricchezza complessiva) è destinata a superarla perché presenta il tasso di crescita atteso al 2015 più alto: 9,8% annuo contro una media mondo del 6,5%. Arretra rispetto al passato il sud America per il quale è attesa una crescita di milionari da qui al 2015 del 3,1% annuo. Il Brasile, ultimo nella classifica per milionari, nel 2012 è flat: 165mila individui come nel 2011. Ma è proprio il sud America che evidenza un altro trend: concentrazione della grandissima ricchezza nelle mani di pochi. Gli ultra ricchi (chi ha ricchezze finanziarie sopra i 30 milioni di dollari, con esclusione di residenze private, oggetti da collezione, beni di consumo e altri beni durevoli) nel 2012 sono aumentati per ricchezza e numero di circa l’11%. Questi rappresentano meno dell’1% di tutto il campione ma controllano il 35,2% della ricchezza totale e hanno un peso del 7,4% in America Latina. Il numero più consistente del campione (10,8 milioni) è composto dai “milionari della porta accanto”(chi ha ricchezze tra uno e 5 milioni di dollari) che controlla il 42,8% di tuta la ricchezza totale.
Il Sole 24 Ore – 19 giugno 2013