Sono 44 mila in più gli italiani che nel mese di maggio hanno cercato – senza trovarlo – un lavoro. Lo comunica l’Istat, che evidenzia come il tasso di disoccupazione sia risalito a maggio all’11,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali dopo il calo di aprile. Nella zona euro il tasso di disoccupazione è stabile al 9,3% e in calo rispetto al 10,2% dello scorso anno. L’aumento in Italia – evidenzia l’istituto – interessa i soli uomini ed è distribuito tra tutte le classi di età ad eccezione degli ultra 50enni. Parallelamente a questo dato, aumenta anche la disoccupazione giovanile: a maggio è salita al 37% con un incremento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese di aprile, e segnando un record negativo nella zona euro, dove è rimasta stabile al 18,9%. In valori assoluti, rispetto ad aprile, ci sono 25 mila 15-24enni in più che sono alla ricerca di occupazione. Ma per il ministro del Lavoro Giuliano Poletti «non mutano le tendenze di medio-lungo periodo»: «nel trimestre marzo-maggio gli occupati sono 65mila in piu’ e i disoccupati 90mila in meno».
L’inattività
Secondo i dati diffusi dall’Istat, dopo l’aumento del mese scorso, la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a maggio rimane invariata, sintesi di un calo tra gli uomini e un aumento tra le donne. L’inattività risulta in calo tra i 25-34enni, in crescita tra gli ultracinquantenni mentre rimane stabile nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, invariato rispetto ad aprile. Nel trimestre marzo-maggio alla crescita degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-3,0%, -90 mila) e l’aumento degli inattivi (+0,1%, +16 mila). Nel confronto con maggio 2016 si conferma l’aumento del numero di occupati (+0,6%, +141 mila). La crescita, che coinvolge uomini e donne, riguarda i lavoratori dipendenti (+313 mila, di cui +199 mila a termine e +114 mila permanenti), mentre calano gli indipendenti (-172 mila). A crescere sono gli occupati ultracinquantenni (+407 mila) a fronte di un calo nelle altre classi di età. Nello stesso periodo diminuiscono i disoccupati (-1,8%, -55 mila) e gli inattivi (-0,9%, -129 mila). Al netto dell’effetto della componente demografica, su base annua cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione tra gli ultratrentacinquenni mentre cala tra i 15-34enni.