Incendio a Zero Branco (Treviso). Paolo Turato, 66 anni, stroncato dopo il rogo della barca che stava costruendo. La bassotta Stella ha “abbandonato” per 6 ore i suoi cuccioli, messi al mondo meno di due settimane fa, per vegliare, accanto al letto su cui era stato disteso, il padrone morto
Quel laboratorio a due passi da casa era tutta la sua vita. E quando ieri notte ha visto la baracca completamente avvolta dalle fiamme, non ha retto allo shock. Si è sentito male ed è morto. Un infarto fulminante ha stroncato Paolo Turato, nato 66 anni fa a Martellago, dove aveva vissuto a lungo prima di trasferirsi a Zero Branco. Dramma nel dramma: la bassotta Stella ha “abbandonato” per 6 ore i suoi cuccioli, messi al mondo meno di due settimane fa, per vegliare, accanto al letto su cui era stato disteso, il padrone morto.
Inutile ogni tentativo di rianimazione del sessantaseienne prima da parte del personale specializzato dei vigili del fuoco e dopo del Suem 118 di Treviso. Turato è morto sotto gli occhi della moglie, della figlia e di alcuni vicini accorsi.
L’inferno in via Bettin a Zero Branco scoppia alle 3.40 della notte scorsa. Turato e la moglie Franca stanno dormendo quando vengono svegliati di soprassalto dai continui abbai della loro cagnolina Stella. Il sessantaseienne non fa a tempo ad alzarsi dal letto che iniziano gli scoppi, provenienti da fuori. Turato apre il balcone e scopre il suo laboratorio ormai avvolto dalle fiamme. Urla, si dispera. Non c’è il tempo di salvare alcunché di ciò che c’è nella baracca in muratura con tetto in legno, in tutto circa cento metri quadri di superficie. A bruciare, attrezzatura varia per lavorare il legno, compressori, saldatori, pezzi di legno, ma soprattutto la barca a cui da mesi stava lavorando Turato.
Quando il sessantaseienne esce di casa, le fiamme sono alte almeno quattro metri. In preda alla disperazione, corre avanti e indietro verso la baracca che brucia e poi dentro casa. «Piangeva, piangeva, non lo avevo mai visto così. Era disperato», racconta la moglie Franca. Da via Bettin parte la chiamata al centralino dei vigili del fuoco di Treviso. Turato chiama il 115 due, tre volte. «Venite veloci, non è uno scherzo», urla al telefono. La casa del sessantaseienne si trova alla fine di una stretta laterale di via Bettin. Qualcuno attende sulla principale le due squadre dei vigili del fuoco. Intanto i vicini si organizzano per provare a spegnere le fiamme. Ma i trattori con le botti sono nei campi. Ogni secondo che passa, Turato è sempre più in preda al panico. Attorno a lui, tanta concitazione. All’improvviso, quando è in casa, l’uomo stramazza a terra, colto da malore.
I vigili del fuoco abilitati a praticare la rianimazione iniziano le manovre per far riprendere il battito. Intanto, attraverso la sala operativa del 115, viene chiamata l’ambulanza. Quando arrivano i medici del Suem, per Turato non c’è più nulla da fare. Il suo cuore già affaticato non ha retto allo shock, allo spavento, all’agitazione.
I funerali di Paolo Turato saranno celebrati domani alle 10 nella chiesa di Santa Maria Assunta a Zero Branco. Turato lascia la moglie Franca, le figlie Barbara e Roberta, i generi Fabio e Filippo, i nipoti Gloria, Riccardo, Beatrice e Marco, la sorella Paola, il fratello Giuliano, parenti e amici.
La Nuova Venezia – 4 agosto 2012