Anche la Procura di Venezia si sta occupando del Policlinico San Marco, ma è probabile che non sarà così per il Tribunale, anche se nei giorni scorsi il pubblico ministero Federico Bressan ha chiuso l’indagine avviata dalla Guardia di finanza e ha depositato gli atti, che le persone coinvolte (il rappresentante legale del Policlinico Alberto Graffiti e undici medici) potranno avere e leggere.
Gli accertamenti delle «fiamme gialle» si sono fermate al 2006 per le ipotesi di reato di truffa e falso, almeno in parte, potrebbero essere prescritte alla fine dell’anno in corso, quando il rappresentante della Procura potrebbe non aver ancora firmato la possibile richiesta di rinvio a giudizio. La Guardia di finanza ha quantificato in 560 mila euro l’ammo0ntare dei rimborsi che il Policlinico avrebbe percepito dal Servizio sanitario nazionale: a far scattare gli accertamenti una segnalazione proveniente dal ministro della Sanità che chiedeva di controllare i conti. La Finanza ritiene, infatti, che le casse dello Stato abbiano sopportato un esborso più oneroso del dovuto a favore del Policlinico. Secondo le accuse, a lievitare sarebbero state le prestazioni a favore di pazienti di ortopedia, traumatologia e chirurgia plastica. Quando scoppiò il caso, il presidente Gianfranco Camisa dichiarò che tutto era stato fatto in modo regolare e che la vicenda si sarebbe chiarita. «Il vicedirettore generale del Policlinico San Marco ci ha ribadito che nessun verbale e nessuna contestazione è stata mossa alla struttura dopo i controlli dell’Asl 12 del 2006 e ha ribadito che non c’è alcun timore riguardo l’indagine. Ora loro presenteranno i loro rilievi all’autorità giudiziaria. Non spetta a noi indagare ma certo i tempi così lunghi fanno pensare». Giacomo Guzzo, consigliere Idv e presidente della terza commissione comunale, che si occupa di sanità, sintetizza così il confronto tra consiglieri comunali e Francesco Camisa, vicedirettore generale del Policlinico San Marco. Un incontro voluto da Guzzo dopo le notizie di stampa sull’inchiesta sui presunti codici gonfiati che ha coinvolto il Policlinico. Si temono contraccolpi sull’occupazione per una struttura sanitaria privata già alle prese coi tagli della Regione. «Camisa ci ha confermato che mancano 10 milioni di euro con un taglio del 30% che si ripercuoterà sui servizi e le liste d’attesa», ci spiega Guzzo, al termine della riunione di ieri a Ca’ Farsetti. «Sul fronte occupazionale non sono stati forniti numeri precisi, si parla di una decina di persone in esubero. Noi come commissione abbiamo chiesto che non si proceda ad alcun taglio al personale finché non sarà almeno concluso il confronto sulle schede territoriali previste per settembre (previste 120 giorni dopo l’approvazione del bilancio regionale, ndr). Dal Policlinico il dato che emerge è che con il 15% di risorse loro riescono a fornire il 25% dei servizi, con un grado di appropriatezza e di qualità che tocca il 65 per cento». Se per la vicenda delle verifiche della Finanza sui codici, i consiglieri si sono limitati ad ascoltare, sul futuro dei servizi erogati dalla sanità privata, il confronto tra consiglieri comunali ha portato anche all’audizione del comitato che ha raccolto già 36 mila e 500 firme in calce alla petizione che chiede di tutelare dai tagli strutture come il Policlinico, villa Salus , il Fatebenefratelli e il San Camillo che sono ritenute parti importanti di ausilio al sistema sanitario veneziano. «Sette mesi fa abbiamo scritto in Regione a Padrin, per chiedere un incontro tra la commissione comunale e quella regionale sulle schede territoriali», ha commentato ieri Guzzo, «ora contiamo di rivolgerci direttamente al presidente della Regione Zaia».Nel frattempo la commissione Sanità ha deciso di riconvocare anche il direttore generale dell’Asl 12, Antonio Padoan
La Nuova Venezia – 25 luglio 2012