Il consiglio regionale del Veneto? Non è Lombardia, che rimborsa i lecca-lecca e i videogiochi, e nemmeno il Lazio prodigo di Suv a Franco Fiorito, «er batman» finito dietro le sbarre con l’accusa di aver fatto confluire nei suoi conti in Italia e all’estero 1 milione e 380 mila euro. No.
In Veneto nessuno trema per l’indagine conoscitiva avviata dalla Procura di Venezia sui rimborsi spese dei 60 consiglieri regionali assegnati ai 9 gruppi di Palazzo Ferro Fini. Basta dare un’occhiata ai rendiconti pubblicati sui siti web per capire come le spese, più che documentate e trasparenti nei dettagli, siano ridotte a due voci: convegni, attività promozionali e aggiornamento; e poi stipendi del personale e consulenze professionali. Certo, ci sono anche le fatture di telefono, poste e telegrafo, dei libri e dei cellulari ma tirate le somme nel 2011 i 60 consiglieri veneti hanno speso 2 milioni e 116 mila euro, meno di quanto la legge abbia loro assegnato. Finita la legislatura, spiega Michele Foggiato di Unione Nordest, i risparmi di cassa verranno restituiti alla Regione e non resteranno come dotazione dei bilanci dei gruppi. Insomma, Zaia, Ruffato, la Puppato, Bond e Pipitone ieri hanno ribadito che in Veneto sprechi non ce ne sono. Basta per dichiarare conclusa la giusta battaglia sulla trasparenza? Certo che no. Perché i rendiconti dei gruppi di palazzo Ferro Fini dovrebbero essere assai più dettagliati: voce per voce, sarebbe utile a tutti sapere quanti sono i dipendenti stipendiati e a chi vengono assegnate le consulenze. Ma ecco le cifre. Lega Nord. Nel 2011 il capogruppo Federico Caner ha ottenuto un contributo di 790 mila euro e ne ha spesi 576.153 in consulenze qualificate (184 mila euro), stampa di manifesti (59 mila), altri 26 mila per i telefonini e altrettanti per libri. Boom dei convegni con 243 mila euro. Pdl. Al capogruppo Remo Bond sono stati assegnati 863 mila euro e ne ha spesi 161 mila in consulenze e studi, 84 mila in collaborazioni professionali e 267 mila in convegni e dibattiti. Cara anche la bolletta del telefono con 41 mila euro. Tirate le somme siamo a 666 mila euro. Bond è tranquillo: «Le norme sulla trasparenza dei conti di cui il Veneto si è dotato in questi anni ci impediscono di sgarrare. Ogni nostro movimento è registrato nero su bianco e consultabile, non abbiamo alcun timore riguardo all’inchiesta. Servirà anzi a ribadire la nostra serietà nella gestione del denaro pubblico». Pd. Laura Puppato, pronta ad entrare in parlamento, nel 2011 ha ottenuto 586 mila euro e ne ha spesi 373 mila: anche qui le cifre più significative riguardano i dipendenti dello staff del Pd (146 mila), i convegni di aggiornamento (110 mila) mentre la bolletta del telefono ha raggiunto i 52 mila euro. In cassa restano 212 mila euro. Idv. Assegnati 134 mila euro ma le spese hanno raggiunto quota 150 mila per cui Gustavo Franchetto ha messo mano ai 21 mila euro del fondo iniziale con un saldo netto di cassa di 4 mila euro. Ai convegni la fetta più consistente (71 mila euro) e altri 32 mila al personale. «Non abbiamo comprato le caramelle e non c’è nulla da nascondere», taglia corto Antonino Pipitone. Udc e Gruppo Misto. Discorso analogo per l’Udc: ha ottenuto 153.600 euro e ne ha spesi 150 mila per pagare i due collaboratori e tutta l’attività mentre Verso Nord di Bottacin e Causin ha ricevuto 120 mila euro e ne ha utilizzati 68 mila. I tre monogruppi. Il più ricco è Giuseppe Bortolussi: il candidato presidente del centrosinistra ha incassato 95 mila euro e ne ha spesi 44 mila: 11 mila per i collaboratori e 28 mila in convegni. Infine, Pietrangelo Pettenò, (federazione sinistra) ha chiuso i conti in pareggio: 41 mila euro entrati ed usciti. Resta L’Unione Nordest di Foggiato: dei 60 mila euro come fondo dotazione ne ha utilizzati 45 mila
Il Mattino di Padova – 22 dicembre 2012