A Padova ricoverata anche un’infermiera trentenne. Quattro ricoverati a Feltre e altri due a Belluno. Anche se è reale il rischio di altri possibili ammalati sul territorio, l’invito a non farsi prendere dal panico arriva direttamente dai vertici delle due aziende sanitarie
Una donna è morta a Padova a causa dell’influenza suina. La vittima è una 65enne. Il decesso è avvenuto in terapia intensiva la scorsa settimana. La signora era affetta da altre patologie che si sono aggravate nel corso di un episodio influenzale risultato positivo alla ricerca del virus H1N1, come conferma il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Gianluigi Scannapieco. E non si tratta dell’unico caso: «Ci sono altri pazienti ricoverati, alcuni in terapia intensiva». Tra loro anche un’infermiera di poco più di 30 anni. È sotto stretta osservazione ed è sottoposta a ventilazione artificiale. In tutto il Veneto dall’inizio dell’anno sono quattro le persone morte in seguito all’influenza.
Non siamo ancora all’emergenza, ma cresce l’allarme in Veneto. Mentre i sanitari insistono sulla vaccinazione, in regione finora sono sei i casi di suina in osservazione, divisi tra gli ospedali di Feltre e Belluno. A Feltre si contano quattro ricoverati nel reparto di rianimazione del Santa Maria del Prato. Gli altri due casi di suina sono al San Martino di Belluno. Anche se è reale il rischio di altri possibili ammalati sul territorio, l’invito a non farsi prendere dal panico arriva direttamente dai vertici delle due aziende sanitarie.
Nel 2009, partendo da alcuni allevamenti di maiali messicani, aveva scatenato un pandemia con annessa psicosi collettiva. Ora, la febbre «suina» torna a colpire in Veneto: una donna di 65 anni, ricoverata in ospedale a Padova, già affetta da gravi patologie, è morta dopo aver contratto il «famigerato» virus H1N1.
Ma non sarebbe nemmeno l’unico caso: il virus avrebbe colpito diversi pazienti, tra i quali alcuni anziani e una giovane infermiera di 30 anni che sarebbe in gravi condizioni nel reparto di Rianimazione.
«Se colpisce persone con patologie croniche, l’influenza può scatenare complicazioni come broncopatie e problemi renali, rendendo anche necessario il ricovero in ospedale – dice Gianluigi Scannapieco, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera padovana -. L’H1N1 è uno dei ceppi influenzali coinvolti, non c’è da meravigliarsi che si sia manifestato. Così come non bisogna sorprendersi se alcuni casi approdano alla terapia intensiva: l’ospedale di Padova è un hub regionale, riceve anche pazienti provenienti da altri ospedali». Rispetto agli anni scorsi, i casi di ricovero per influenza sono in aumento, e hanno messo a dura prova il personale ospedaliero. Il problema, secondo Scannapieco, nasce dalle morti sospette legate ai vaccini antinfluenzali, e dalla conseguente allerta diffusa a fine novembre.
«Il panico ha impedito di svolgere una campagna vaccinale adeguata – spiega il direttore sanitario -. Quest’anno ci sono stati molti meno vaccinati, di conseguenza più persone colpite e più complicanze: l’impennata si è registrata sotto Natale, tra gli ultimi giorni di dicembre e i primi di gennaio, anche perché tutte le feste cadevano nei giorni infrasettimanali. Abbiamo dovuto gestire una situazione di sofferenza, aggiungendo 40 posti letto per evitare che il personale finisse sotto pressione: adesso la Medicina territoriale ha ricominciato a lavorare a pieno ritmo, spero che la situazione torni sotto controllo».
Come i ricoveri, anche gli accessi al pronto soccorso sono in aumento. Ma l’influenza gioca un ruolo marginale: «Il tasso di pazienti con questo tipo di problema non è elevato – spiega Gianna Vettore, responsabile del pronto soccorso -. Gestiamo tanti codici bianchi, la maggior parte torna a casa subito dopo la visita. Per l’H1N1 non ci sono procedure particolari: non abbiamo ricevuto istruzioni né ordini di ricovero in isolamento. Per il resto, i pazienti presentano patologie invernali tipiche come broncopolmoniti, faringiti e tonsilliti».
Alessandro Macciò – Corriere del Veneto – 14 gennaio 2015