Aveva pubblicato quelle righe su Facebook per ricordare il dramma della seconda guerra mondiale attraverso la figura di suo nonno, e non immaginava certo che avrebbe scatenato un pandemonio del genere. Ma Antonio Rossato, giovane studente universitario vicentino, ha deciso di non lasciar correre. Si è letto e riletto tutti i commenti e con l’aiuto di un avvocato ha individuato quelli che ritiene da codice penale. Ed ha sporto denuncia contro ben 157 persone.
IL POST. Il 25 aprile scorso, in occasione dell’anniversario della Liberazione, Rossato (che su Facebook ha uno pseudonimo) aveva deciso di pubblicare un commento sulla fine della guerra. Aveva raccontato la storia del nonno, di cui porta il nome. «Era stato deportato in Ungheria… tornò a casa con altri vicentini a piedi, per giorni, senza mangiare… tutti lo credevano morto… mi ha raccontato tante volte quando ero piccolo che ha dovuto mangiare la carcassa di un cane, e poi uccidere un gatto, per non morire di fame»
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18 dicembre 2014