Niente soldi per ristrutturare gli ospedali esistenti, nemmeno un euro per costruire quello nuovo di Padova nè, tantomeno, per potenziare il «Centro di referenza nazionale per la ricerca sulle malattie infettive nell’interfaccia uomo/animale» diretto da Ilaria Capua, la scienziata famosa per aver sequenziato il virus dell’aviaria e nell’ultimo mese sotto i riflettori a causa del suo mancato trasferimento nella torre della ricerca pediatrica firmata a Padova dalla Fondazione Città della Speranza. Il motivo è proprio economico. Insomma la sanità veneta è ferma perchè da Roma non arrivano fondi richiesti, e sulla carta autorizzati, addirittura nel 2008. Lo ha scoperto il deputato dell’Udc Antonio De Poli, che chiedendo al ministero della Salute che fine avessero fatto i denari per la Capua ha scoperchiato un pentolone molto più grande.
Il dicastero di Renato Balduzzi ammette infatti che la Regione Veneto avanza ancora 205.189.801 euro regolarmente assegnati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) nel 2008, perchè «a tutt’oggi non è pervenuta alcuna comunicazione da parte del ministero dell’Economia in merito alla disponibilità di bilancio».
Un problema serio, questi stanziamenti servono a mettere a norma gli ospedali di Treviso, Verona, Asiago, Chioggia e Piove di Sacco, a «fondere» quelli di Arzignano e Montecchio in un polo unico da 50 milioni, a rinnovare le dialisi di Mirano, Camposampiero e Cittadella, a ristrutturare dialisi, ambulatori e Day-Surgery di San Donà, ad adeguare i Pronto soccorso di Pieve di Cadore, Feltre, Vicenza, Montebelluna, Piove di Sacco e San Bonifacio, all’adeguamento sismico dell’Azienda ospedaliera di Padova.
«Tutti interventi che noi abbiamo deliberato un anno fa, assegnando a ciascuno un importo sulla base dei 205 milioni garantiti da Roma con l’ex articolo 20 sull’edilizia ospedaliera — spiega l’assessore alla Sanità, Luca Coletto —. Con il 5% della spesa totale di nostra competenza abbiamo avviato i progetti preliminari, ma ora abbiamo bisogno del resto della cifra. Che è pure stata sforbiciata, perchè il governo ha attinto dall’ex articolo 20 per finanziare il trasporto pubblico e gli ospedali psichiatrici giudiziari, prevedendone uno per regione (in Veneto sorgerà a Legnago, ndr). I 205 milioni sono scesi a 160/170, che speriamo arrivino entro la fine dell’anno». In questa tranche, proprio perchè datata 2008, non rientra il nuovo ospedale di Padova, il cui costo è stato stimato da Palazzo Balbi in circa 600 milioni, tra acquisto del terreno, lavori e opere viarie. Di finanziato non c’è nulla, perchè prima di chiedere altri soldi a Roma il Veneto deve aspettare quelli del 2008. E poi l’ex articolo 20, dal quale bisogna attingere, non è ancora stato rifinanziato dal governo.
Stessa musica per lo Zooprofilattico, in teoria assegnatario di 10 milioni sempre con finanziaria 2008 che servono a costruire la nuova sede di Verona (4,5), a sistemare il Centro pet therapy di Montecchio Precalcino (1,5), a realizzare un altro laboratorio (1) e appunto al centro della Capua (3). Mai arrivati. Ma c’è di più.
Il dicastero Balduzzi precisa che questi ultimi 3 milioni vanno spesi dentro l’IZV e non nella torre: «La normativa di settore non consente l’assegnazione di dette risorse a enti che non siano Istituti zooprofilattici sperimentali». E così dei 7 milioni necessari all’operazione «Capua nella torre» (6 per l’acquisto degli ultimi due piani e uno per l’attrezzatura) al momento ce n’è uno solo, stanziato dalla giunta Zaia. «Un disastro — allarga le braccia De Poli — mi chiedo perchè il governatore abbia fatto tante promesse, dal nuovo ospedale di Padova alla Capua nella torre, pur sapendo bene come stanno in realtà le cose. Ora scelga cosa vuole fare, senza prendere in giro cittadini e ricerca: la Regione si assuma almeno la responsabilità di pagare il centro della virologa a Padova, altrimenti la lasci lavorare in pace dov’è».
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 4 dicembre 2012