Daniela Boresi. Si parte con le mani legate: 150-200 milioni di meno in un bilancio pur importante come è quello della Sanità (8 miliardi e 600 milioni circa) rischiano di fare la differenza. «Il bilancio cammina sul filo di lana – spiega l’assessore alla Sanità del Veneto Luca Coletto – Toglierci anche quei soldi vuoi dire costringerci a tarare tutto». Assessore, una partenza con il freno a mano tirato? «Non mi stancherò mai di dirlo, siamo una regione virtuosa, sacche di sprechi ce ne sono davvero poche, avere meno soldi è un problema. E non è l’unico. A Roma stanno rivedendo i Lea (i livelli essenziali d’assistenza) e ancora non sappiamo quali saranno». Quindi quest’anno cambieranno le cure che il cittadino potrà avere gratuitamente? «Certo, ma non sappiamo ancora cosa verrà modificato e non è questione da poco. È giusto che sia il governo ad andate a toccare le leve della sanità, ma che a gennaio il cittadino ancora non sappia quali saranno i Livelli essenziali di assistenza è grave»
«Teniamo poi conto che ai sensi del Titolo V le regioni non avranno più la programmazione che sarà centrale: di fatto ubbidiremo agli ordini».
Ma ci sono ancora sacche di spreco in Veneto? «Credo gran poche, stiamo raschiando il barile. Ultima spiaggia sarebbe tagliare le Asl».
Però se ne parla. «Possiamo revisionarle, ma non si può scendere sotto un certo numero. E stato provato che una Asl troppo grande diventa ingestibile. Ma questo lo deve decidere con una legge il Consiglio, dopo aver valutato una proposta della giunta. Ma ribadisco, è proprio l’ultimo passaggio per ridurre la costosità del sistema, anche se non è un tabù».
Con questo vuoi dire che nel 2015 il cittadino potrebbe pagare di più? «Per quanto ci riguarda no, ma non dipende solo da noi. Stiamo ad esempio controllando capillarmente le esenzioni per evitare di erogare cure gratis a chi non ne ha diritto: in Veneto una persona su tre è esente. E per tutelare i meno abbienti si devono controllare gli altri. Il presidente Zaia ha fatto un accordo con Guardia di Finanza per fare controlli incrociati che si stanno intensificando e anche le Asl hanno messo a punto un sistema di controllo e di recupero dei mancati pagamenti, si parla di una decina di milioni l’anno. Ma non è l’unico ambito dove interveniamo».
Quali sono gli altri? «L’appropriatezza delle prescrizioni, vale a dire se quanto viene prescritto è necessario. Questo meccanismo sarà oliato quando verrà attivato il fascicolo sanitario che in parte è già partito, ma deve essere implementato».
Con maggiori controlli? «Con un programma relativo agli esami di laboratorio che suggerisce se quanto prescritto sia o meno appropriato. Certo il parere del medico è insindacabile. Altro punto importante, e su questo il Veneto ha resistito in ambito nazionale: tutti i risparmi che la Sanità riuscirà a fare verranno reinvestiti nella sanità. Non è una questione marginale».
Rivoluzione anche per le vaccinazioni? «Abbiamo allargato l’offerta affiancando accanto alle vaccinazioni classiche anche quella per le allergie e si sta valutando di inserire anche la profilassi per l’asma severa. Poi siamo l’unica regione italiana che introdurrà il vaccino anche per il Papilloma virus ai maschi».
Sarà l’anno dell’ospedale di Padova? «Abbiamo rifìnanziato i 150 milioni, noi andiamo avanti. La sanità non è statica, ci sono le ristrutturazioni, come quella di Chioggia, si va avanti con il progetto dell’ospedale di Montecchio, finanziato con ulteriori 9 milioni, si lavora sui Pronto Soccorso di Asiago e di Dolo. Ma la notizia più interessante è che il 2015 vede le Asl in salute».
Azzerati i debiti? «Attraverso il decreto “pagadebiti” con gli ultimi 800 milioni abbiano saldato i debiti verso i fornitori e questo permetterà quest’anno alle Asl di pagare a 60 giorni».
C’è poi l’annoso problema del personale, carenze di medici e di infermieri «In questi 5 anni nonostante ci fosse la spending review abbiamo sempre garantito tourn over e assunto medici, infermieri e tecnici. Così sarà per il 2015».
Il Gazzettino – 8 gennaio 2015