Il giuramento di Giuseppe Conte e della sua squadra di governo si terrà oggi. Un esecutivo che ha già molti record all’attivo: la durata della crisi, l’incarico ricevuto dallo stesso premier per due volte a distanza di una settimana, la rottura di diverse prassi istituzionali. E un presidente del Consiglio che avrà due “corazzieri” a scortarlo come vicepremier: Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i due leader protagonisti assoluti di questi 88 giorni, insieme al capo dello Stato.
Il segretario della Lega e il capo politico M5S hanno suggellato il patto tra il partito più “anziano” presente oggi in Parlamento e il movimento più giovane dell’attuale panorama politico. Con un punto in comune: il tratto anti-sistema post-ideologico che ha trionfato alle elezioni del 4 marzo. Eppure questo governo al momento è ritenuto la strada meno rischiosa per l’Italia. A riconoscerlo è stato Carlo Cottarelli, il premier incaricato lunedì scorso che ieri sera, rimettendo il mandato, ha voluto sottolineare che «la formazione di un Governo politico è di gran lunga la migliore soluzione per il Paese: evita l’incertezza che deriverebbe da nuove elezioni».
Paolo Savona in questo governo ci sarà. Ma non all’Economia, come nella prima proposta di Conte che non aveva superato il vaglio del Quirinale. L’economista sardo fa dunque un passo di lato (sarà ministro degli Affari europei) con il consenso di Salvini che invece domenica aveva bocciato senza appello questa stessa ipotesi, costringendo Mattarella a imboccare la via fragile del governo tecnico. Perché il leader della Lega a distanza di pochi giorni ha cambiato idea? L’impennata dello spread, le prospettive di un downgrade anticipato, i pericoli sul sistema creditizio accreditati dall’andamento dei titoli a Piazza Affari, ma soprattutto l’allarme giunto da moltissimi imprenditori e dai governatori del Nord, a partire da Luca Zaia, hanno consigliato a Salvini di rinunciare alla linea dura. La tentazione di puntare tutto sul voto a settembre poteva rivelarsi un boomerang, non forse per i consensi in ascesa della Lega ma per il Paese.
Di qui la svolta, costruita con il pressing di Di Maio e la sponda di Mattarella. Arrivata nonostante le giravolte dello stesso capo politico M5S, che dopo aver minacciato l’impeachment e chiamato in piazza i cittadini è tornato al Colle per proporre la mediazione finale. Un’ancora di salvezza anche per se stesso, finito com’era nel mirino dei suoi parlamentari e “richiamato” dal garante Beppe Grillo ad ammorbidire i toni e correggere la linea.
La svolta matura mercoledì, quando alla Camera ricompare a sorpresa Conte mentre Salvini è tra Toscana e Liguria a fare comizi. Cottarelli va al Quirinale ma non per sciogliere la riserva, bensì per prendere altro tempo, come confermerà pubblicamente: in ballo c’è la riapertura di uno spiraglio per la nascita di un governo politico. Inizialmente Salvini resiste. Fino a mercoledì sera. Poi ieri mattina disdice tutti gli appuntamenti e piomba a Roma, dove si riunisce a Montecitorio con Di Maio in un vertice infinito. Che però è risolutivo. Poco dopo arriva anche Conte. A incontro ancora in corso il nome del nuovo ministro dell’Economia è già noto: a sostituire Savona sarà Giovanni Tria, che pur non coltivando Piani B per l’uscita dall’euro, è noto per le sue posizioni critiche verso l’Eurozona a trazione tedesca. Per gli Esteri si sceglie Enzo Moavero Milanesi. Sono le garanzie che chiedeva il Colle, almeno in parte. La reazione dei mercati lo conferma: lo spread si raffredda e chiude a 241 e dopo giorni di ribassi Milano tiene, nonostante la guerra sui dazi.
Il governo giallo-verde otterrà in Parlamento l’astensione di Fratelli D’Italia, che fino all’ultimo Salvini ha provato a far entrare in maggioranza. Forza Italia, invece, voterà contro. I toni sono tornati a farsi duri. «Esecutivo pericoloso», tuona la capogruppo alla Camera Mariastella Gelmini. Stesse parole del reggente Pd Maurizio Martina. Ma tanto gli azzurri quanto i dem, scongiurate le elezioni anticipate, tirano un sospiro di sollievo.
Ecco la lista dei ministri:
Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte
Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio (M5S)
Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini (Lega)
Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta Riccardo Fraccaro (M5S)
Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno (Lega)
Affari Regionali e Autonomie Erika Stefani (Lega)
Ministro per il Sud Barbara Lezzi (M5S)
Ministro per la Famiglia e le Disabilità Lorenzo Fontana (Lega)
Ministro affari esteri Enzo Moavero Milanesi
Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S)
Ministro della Difesa Elisabetta Trenta (M5S)
Ministro dell’Economia Giovanni Tria
Ministro delle politiche agricole Gianmarco Centinaio (Lega)
Ministro Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S)
Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (Lega)
Ministro dei Beni Culturali e Turismo Alberto Bonisoli (M5S)
Ministro della Salute Giulia Grillo (M5S)
Ministro delle Politiche comunitarie Paolo Savona
Ministro per l’Ambiente, territorio e mare Sergio Costa
Sottosegretario Presidente del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega)
Il Sole 24 Ore – 1 giugno 2018