I primi sospetti, le voci di corridoio, all’Ira di via Pilade Bronzetti erano iniziate a circolare circa un anno fa.
Nelle primavera scorsa, grazie a una segnalazione interna all’Istituto di ricovero per anziani, erano poi arrivate in Procura e lì i sospetti hanno preso corpo con una perquisizione dei carabinieri della stazione di Prato della Valle, agli ordini del luogotenente Giancarlo Merli. Che lunedì hanno passato al setaccio la casa, in zona Colli Euganei, e l’ufficio del capo cuoco dell’Ira. Indagato dal sostituto procuratore Sergio Dini per peculato.
In pratica, sostiene la magistratura, si sarebbe impossessato di scorte di cibo che in realtà erano destinate agli ospiti anziani. Come? Per quale motivo? Sta ai carabinieri e alla Procura scoprirlo. Nella perquisizione di inizio settimana hanno sequestrato le agende dell’uomo, le bolle d’acquisto e di scarico del cibo e tutta la documentazione bancaria del cuoco. Da queste carte e dall’incrocio dei dati si avranno le risposte.
Di certo al momento c’è solo la segnalazione che ha dato il via alle indagini, le testimonianze di alcune persone interne alla struttura e le immagini di una telecamera installata dagli inquirenti che riprende il capo cuoco mentre, di notte, carica sacchi sulla sua auto e poi si allontana.
Bisogna tornare indietro di circa un anno quando all’interno dell’Ira – l’istituto di riposo per anziani con sede in via Pilade Bronzetti – iniziano a circolare le voci che raccontano dei sospetti sul capo cuoco. Secondo alcuni l’uomo, alle dipendenze della struttura da parecchi anni, si porterebbe a casa una parte del cibo ordinato per gli ospiti della struttura. Una voce che si fa via via più forte col passare del tempo, fino alla primavere 2012 quando una segnalazione partita dall’interno dello stesso istituto sale fino al quarto piano del palazzo di Giustizia. Sul caso indaga il sostituto Dini che dispone l’installazione di una telecamera. Non serve attendere molto e l’occhio elettronico riprende in più occasioni il cuoco caricare di notte e da solo sacchi in macchina.
Il sospetto è che in qualche modo lui poi rivendesse questa merce: ecco il motivo per cui sono stati sequestrati anche i suoi documenti bancari, per vedere si ci siano entrate anomale o quantomeno sospette. Tra gli oggetti sequestrati, oltre al cellulare dell’indagato (utile per verificare chiamate e tabulati telefonici), anche il telefonino di una badante. Cellulare che la donna aveva perso per sua stessa ammissione, ma che è stato trovato sulla scrivania di lavoro del capo cuoco.
Scopo dell’indagine è anche capire come venivano gestiti a questo punto i circa 500 pasti al giorno serviti dalla cucina dell’Ira (in funzione anche per altre due strutture di assistenza). Gli ordini erano «gonfiati» fin dall’inizio, o la «cresta» sul cibo il capo cuoco l’avrebbe fatta risparmiando con le porzioni messe sulle tavole degli anziani?
Corriere del Veneto – 5 ottobre 2012