Il Corriere della Sera. C’è chi è partito da solo (Israele), chi l’ha annunciato per settembre (Germania), chi è indeciso (Gran Bretagna) e chi è contrario (Stati Uniti). L’ipotesi di offrire una terza dose di vaccino, o seconda a chi ha ricevuto il monodose di Johnson & Johnson, spinge governi e scienziati a prendere una posizione. Quella dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) è, per ora, granitica: «I vaccini rimangono efficaci contro la variante Delta. Al momento non ci sono dati sufficienti per indicare che sia necessario un richiamo», ha dichiarato il direttore esecutivo Emer Cooke a Politico.eu.
La Commissione europea però si è portata avanti, sulla scia di quanto fatto un anno fa, ovvero accordi con tutti i produttori di vaccini «promettenti» per assicurarsi le dosi necessarie. «Abbiamo concluso un terzo contratto con BioNTech/Pfizer, che prenota 1,8 miliardi di dosi per essere pronti se dovesse essere necessario un booster — ha ricordato il portavoce Stefan de Keersmaecker —. Inoltre abbiamo esercitato l’opzione per 150 milioni di dosi Moderna».
L’ipotesi più quotata è offrire il richiamo a soggetti fragili e anziani, i primi ad essere stati vaccinati subito dopo il personale sanitario. Anche in Italia se ne discute. «Probabilmente le persone immunodepresse potranno essere rivaccinate con un’unica dose — ha chiarito il direttore generale della Prevenzione al ministero della Salute, Gianni Rezza —. Per i fragili, le persone più anziane e gli operatori sanitari c’è una discussione anche in ambito europeo e non si è arrivati a una decisione».
Israele ha fatto da apripista: da domenica gli over 60 possono richiedere la terza dose e le prenotazioni sono migliaia. Berlino ha annunciato che proporrà da settembre il richiamo ai più fragili (usando solo Pfizer e Moderna) e anche Londra studia un piano per dopo l’estate. In Russia chiunque abbia completato il ciclo vaccinale da sei mesi o più può ricevere una nuova iniezione. In Ungheria si può chiederla dopo quattro mesi. La Francia offre la terza dose, per ora, solo agli immunodepressi, seguiranno ultra 75enni e malati gravi. Intanto le aziende stanno lavorando a vaccini diretti contro le nuove varianti: bisognerà capire se il richiamo, almeno nei Paesi «attendisti», potrà essere fatto con le versioni aggiornate.