Secondo l’Istat le remunerazioni contrattuali orarie hanno fatto segnare una variazione dello 0,1% mensile. Se si guarda all’andamento dell’inflazione, ferma allo 0,3% annuo, la dinamica degli stipendi è comunque positiva. Più di sei dipendenti su dieci in attesa di rinnovo
MILANO – Le retribuzioni orarie fissate in base ai contratti sono salite dello 0,1% mensile a giugno e dell’1,2% su base annua. Secondo i dati Istat si tratta dell’incremento annuo più basso dall’inizio delle serie storiche, nel 1982, ma è pur sempre di gran lunga superiore all’inflazione, che è ferma allo 0,3%: tra l’andamento degli stipendi e quello dei prezzi c’è dunque un rialzo maggiore dei primi per lo 0,9%. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2014, la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2013.
Se si guarda ai vari macrosettori d’impiego, nello scorso mese le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,4% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione, interessata ovviamente dal blocco contrattuale. Secondo l’Istituto di statistica, i settori che a giugno presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%) ed estrazione minerali (2,9%). Si registrano variazioni nulle nel settore edile e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
Tra i contratti monitorati dall’indagine Istat, nel mese di giugno è stato recepito un solo accordo e nessuno è scaduto. Alla fine di giugno 2014 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 38,6% degli occupati dipendenti e corrispondono al 37,9% del monte retributivo osservato.
La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 61,4% nel totale dell’economia e del 50,1% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 30,3 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 16,5 mesi per quelli del settore privato.
(25 luglio 2014) Repubblica.it