«Le misure del Governo compromettono la sostenibilità e la gestione del Ssn», si legge nel documento che le Regioni hanno consegnato al Governo in sede di Unificata. Chiesta l’attivazione di un tavolo di lavoro con Agenas per una verifica puntuale sui prezzi di riferimento, sui dati di beni e servizi e delle tariffe. È questa la sentenza arrivata ieri sera al termine della Conferenza dei presidenti delle Regioni, e messa nero su bianco nel parere al Decreto che hanno consegnato al Governo in sede di Unificata. Quattro i punti cardine del documento: sanità, trasporto pubblico locale, riforme istituzionali locali e società In House. Le Regioni sono intenzionate a dimostrare con dati reali che l’impatto del decreto legge, combinato agli effetti delle precedenti manovre finanziarie (Legge n.111/2011), non consente di sottoscrivere il nuovo Patto per la Salute 2013-2015.
In ogni caso, comunque, le Regioni chiedono il supporto all’Age.Na.S. per ottimizzare la spesa senza tagliare i servizì, si legge nel documento della conferenza delle Regioni.
«Si evidenzia, inoltre – si legge nel documento – il pesante depauperamento del Fondo nazionale per le Politiche sociali che per l’anno 2012 risulta pressoché azzerato».
Per quanto riguarda la sanità, le Regioni hanno messo a punto alcuni emendamenti.
Le richieste chiariscono che la riduzione del 5% dei contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi opera sui corrispettivi previsti, e non sui volumi di prestazioni erogate. In caso contrario, tale disposizione non sarebbe in linea con la finalità complessiva del provvedimento, che è volto ad assicurare “l’invarianza dei servizi ai cittadini”.
Chiedono poi di scrivere chiaramente in una tavola da allegare al provvedimento le voci di conto economico interessate dalla rinegoziazione, anche per evitare il contenzioso e prevedere che, nel caso di recesso dal contratto, le aziende e gli enti del Ssn possano, «nelle more della scelta di un nuovo contraente, approvvigionarsi aderendo in via di urgenza a contratto in essere di altre aziende».
Ancora va stabilito che se le misure di contenimento della spesa previste dall’articolo 15 non realizzano gli effetti finanziari attesi non per colpa della Regione o delle aziende , saranno attivate misure compensative a carico del bilancio dello Stato.
Un altro emendamento esclude il blocco immediato degli incarichi a tempo determinato dando alle Regioni il tempo di adeguarsi al parametro dei 3,7 posti letto per 1.000 abitanti. Il blocco scatterà dal 30 novembre 2012, se la Regione non si adegua al parametro dei 3,7 posti letto per 1.000 abitanti, rinviando al 31 dicembre 2013 il raggiungimento del tasso di ospedalizzazione di 160 per mille abitanti, di cui il 25% riferito a ricoveri diurni.Inoltre, per non penalizzare le Regioni che raggiungono l’ equilibrio economico le Regioni propongono di lasciare invariato anche il regime attuale per la verifica degli obiettivi.
Un altro emendamento stabilisce che i dispositivi medici o i farmaci che, nel corso di una gara aperta, non sono stati offerti, pur possedendo i requisiti richiesti nel capitolato, non possono essere acquisiti dagli enti del Ssn con la modalità della procedura negoziata nei due anni successivi alla data di aggiudicazione della procedura. I dispositivi medici e i farmaci di nuova introduzione sul mercato, che non si configurano come affiancamenti o sostituzioni alle stesse condizioni economiche di quelli aggiudicati, possono essere acquisiti dalle aziende sanitarie solo sopo formale approvazione da parte della direzione sanitaria e generale della azienda.
Infine, le Regioni chiedono un comma aggiuntivo che tenga conto, nei processi di razionalizzazione e riduzione della spesa sanitaria delle prerogative statutarie delle Regioni a statuto speciale, che finanziano la spesa sanitaria con risorse finanziarie a carico dei propri bilanci.
“Le disposizioni del Decreto legge per quanto riguarda la sanità apportano tagli insostenibili. Si chiede al Governo di attivare un tavolo di lavoro congiunto con il supporto di Agenas per la verifica puntuale sui prezzi di riferimento, sui dati relativi al settore di beni e servizi e delle teriffe. L’impianto del decreto non consente di sottoscrivere il Nuovo Patto per la Salute compromettendo la sostenibilità e la gestione del Ssn”.
“Le Regioni – si legge nel documento – sono intenzionate a dimostrare con dati reali che l’impianto del Decreto legge, combinato con gli effetti delle precedenti manovre finanziarie – legge n. 111/2011, non consente di sottoscrivere il nuovo Patto per la salute 2013-2015, compromettendo la sostenibilità e la gestione del Sistema sanitario nazionale. In ogni caso comunque, le regioni chiedono il supporto dell’Agenas per ottimizzare la spesa senza tagliare i servizi”.
Si evidenzia inoltre, hanno aggiunto le Regioni, “il pesante depauperamento del Fondo nazionale per le politiche sociali che per l’anno 2012 risulta pressoché azzerato”.
Duro il commento di Gian Mario Spacca, presidente della Regione Marche, al termine della Conferenza a via Parigi: “Questi non sono tagli alla spesa, ma tagli ai servizi. La spending review fatta in questo modo non è accettabile perché ricade direttamente sui servizi ai cittadini. Quindi chiediamo di confrontarci nel merito anche con l’aiuto dell’Agenas che è in grado di fornire delle informazioni oggettive perché si definiscano dei parametri che evitino tagli lineari non proponibili se effettivamente si vuole accrescere la produttività, l’appropriatezza del sistema, e tutelare il diritto alla salute. Con questa modalità – ha aggiunto – le Regioni non solo rischiano di non poter sottoscrivere il Patto per la salute, ma anche di non poter più gestire la materia sanità a partire dal prossimo anno”.
Giudizio negativo è stata espresso dalla Presidente del Lazio, Renata Polverini: “Siamo preoccupati ancora su tutto l’impianto – ha spiegato – nel partecipare alle Conferenze Unificata e Stato-Regioni ribadiremo la posizione espressa da Errani. Un giudizio sicuramente negativo e in particolare ribadiremo le preoccupazioni sulla sanità, sul trasporto locale, sulle riforme istituzionali con particolare attenzione a quello che accadrà sul fronte delle Province. Su questo c’è un documento che consegneremo e manteniamo la nostra posizione, anche se in queste ore si stanno presentando una serie di emendamenti che, parzialmente, cercano di trovare delle soluzioni, ma nessuno credo dia una risposta concreta alle nostre preoccupazioni”.
Sole sanità e quotidiano sanità – 26 luglio 2012