Lo sciopero generale del 12 dicembre, proclamato da Cgil, Uil e Ugl per protestare contro il Jobs act e la legge di Stabilità, non potrà riguardare i settori del trasporto aereo, ferroviario, a livello nazionale, e del trasporto pubblico locale, a livello territoriale.
Lo ha stabilito ieri l’Autorità di Garanzia, che ha evidenziato l’irregolarità formale della proclamazione. Facendo riferimento alla legge 146 del 1990 e alle specifiche norme di settore, il Garante spiega in sostanza che «come già evidenziato nel trasporto ferroviario, non verrebbe rispettata la regola dell’intervallo minimo di 10 giorni tra scioperi nello stesso settore, a causa di una precedente proclamazione per il 13 e 14 dicembre». Lo stesso discorso vale per il trasporto aereo e per il trasporto pubblico locale in alcune città. Lo sciopero generale quindi non potrà coinvolgere aerei, bus e treni oppure i sindacati dovranno scegliere un’altra data.
Intanto sono proseguite per tutto il giorno nell’aula della Camera le votazioni sul Jobs act, sul quale il governo non porrà la fiducia dopo le modifiche al testo arrivato dal Senato: comunque la sinistra pd, con Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e altri 14 deputati, ha votato, senza successo, un emendamento presentato da Giorgio Airaudo (Sel) in difesa dell’articolo 18, per farlo rimanere in vigore dopo un anno di prova. In pratica per confermare la riforma Fornero. Alfredo D’Attorre (Pd, area dem), che non ha partecipato al voto di questo emendamento come altri del suo partito, fa notare: «Alcuni colleghi in ordine sparso lo hanno votato». La conferma arriva dallo stesso Fassina.
Quando pure Renata Polverini (FI) vota a favore dell’articolo 18, Sergio Pizzolante (Ncd) commenta: «È chiaro che Forza Italia è in uno stato confusionale». Polverini replica: «Ho sempre sostenuto l’articolo 18 che rappresenta un’architrave del diritto del lavoro. In stato confusionale è Pizzolante che è al governo con il Pd avendo promesso ben altro agli elettori». Nel primo pomeriggio, constatando che l’esame della legge prosegue senza intoppi, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, commenta: «Il lavoro va avanti ordinatamente. Sono soddisfatto».
A movimentare l’esame del provvedimento sono Michele Dell’Orco e Ivan Della Valle (entrambi M5S): il vicepresidente della Camera, Roberto Giachetti, li ha espulsi dall’Aula perché hanno fotografato e filmato (violando il regolamento di Montecitorio) il presidente della commissione Lavoro, Cesare Damiano, mentre interveniva. «Ho deciso le espulsioni perché provocavano», spiega Giachetti. Il grillino Carlo Sibilia ribatte: «Diamo fastidio perché ci siamo».
Oggi quindi viene esaminato l’ultimo emendamento al Jobs act: poi si passa all’esame degli ordini del giorno. È prevedibile quindi che al via libera sul provvedimento possa arrivare già oggi, un giorno in anticipo rispetto a quanto previsto dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio.
Francesco Di Frischia – Corriere della Sera – 25 novembre 2014