Guardare nel portafoglio dei partiti per sapere quanti soldi pubblici spendono, si può. La Camera dei deputati ha obbligato ciascun gruppo parlamentare a mettere online i bilanci, con tanto di trasferimenti di soldi ricevuti e relativi costi e risparmi voce per voce. Ai gruppi di Montecitorio sono andati complessivamente 32 milioni di euro.
Il Pd spende più degli altri, ha maggiori costi e maggiori trasferimenti: su 11,4 milioni di euro ricevuti ne ha spesi poco meno di 9 milioni, dei quali 7,9 per il personale. I Dem hanno 124 dipendenti per 293 parlamentari. A questa voce si aggiungono altre spese, come i 15.786 euro per la cancelleria, o i 4500 euro per stampare il volume “Parole in democrazia” sul linguaggio parlamentare, distribuito anche alle feste dell’Unità. Le campagne pubblicitarie sono costate 130mila euro. Resta un avanzo è di 4 milioni. Al risparmio assoluto sono i 5Stelle che ricevono un contributo di 3,8 milioni e possono esibire un avanzo di 1,75 milioni. Hanno centellinato le spese: meno di 5mila euro per materiale di cancelleria, 16 mila euro per trasporti e comunicazione. Al contrario Forza Italia spende quasi tutto dei 3 milioni e 710 mila euro, perché gliene sono rimasti solo 178 mila in cassa. Sel riceve 1 milione e 444 mila euro e bisognerà vedere ora che si sono spaccati a metà come va a finire in fatto di soldi. Briciole vanno a “Per l’Italia” di Lorenzo Dellai: 59 mila euro.
Si spendono 81 milioni di euro per le indennità dei deputati, 63 milioni per i rimborsi. Ma la Camera ha restituito allo Stato nel 2013 dieci milioni e ben 28,3 milioni sono pronti per essere rimessi nelle mani dei cittadini nel 2014. Un conticino semplice, di cui Laura Boldrini, la presidente della Camera dei deputati, è orgogliosa: con “meno 50 milioni” di trasferimenti dallo Stato a Montecitorio fanno in tutto 78,3 milioni risparmiati. A proposito degli avanzi gruppo per gruppo, i questori, severissimi, hanno discusso e deciso che il prossimo anno, se il trend sarà lo stesso, allora ridurranno i 32 milioni di trasferimenti. Paolo Fontanelli, democratico, non si fa commuovere: «Bisogna tagliare dappertutto, ciascuno stringa la cinghia». Sempre Fontanelli nel lavoro istruttorio che a Montecitorio si sta facendo e in vista dell’approdo in aula il 21 luglio del bilancio, pensa alla proposta di un’amministrazione unica per Camera e Senato.
Le carte parlano oggi di spese di Montecitorio per il 2014 di un miliardo e 37 milioni di euro, l’1,68% in meno. Per stare dentro i risparmi, la Camera riuscirà a tagliare 18,5 milioni di euro nel 2016 prevedendo per dipendenti ed ex dipendenti la mancata restituzione delle somme dovute per il mancato adeguamento automatico di pensioni e stipendi. Dimezzati i rimborsi telefonici e le spese viaggi. La voce stipendi e pensioni è la più pesante, il 75% dell’intero bilancio. In particolare il pagamento delle spese a ex deputati e dipendenti rappresenta un’uscita di 357 milioni, pari al 36,11%. Potrà prevedersi una variazione di bilancio se vanno in porto un paio di operazioni, cioè la disdetta dell’affitto di Palazzo Marini (che abbatte le spese di 26 milioni) e passa anche il tetto agli stipendi. Ai deputati poi vanno 35 milioni di rimborsi per viaggi e soggiorni. Restano i rimborsi viaggi a cui hanno diritto anche gli ex onorevoli, per un costo di 900mila euro.
- – 12 luglio 2014