Nonostante le mobilitazioni, gli appelli al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (che ieri l’ha nominata grande ufficiale), l’impegno del governatore Luca Zaia e l’interessamento del segretario regionale della Lega Flavio Tosi, appare sempre più difficile il trasferimento di Ilaria Capua dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie alla torre della ricerca di Padova. Attualmente il Dipartimento di Scienze biomediche diretto dalla Capua all’IzsVe, a Legnaro, può contare su 1500 mq di laboratori, uffici e stabulario (ricovero per le cavie), ai quali una ristrutturazione generale aggiungerà altri 1400 mq (200 in più di quelli che avrebbe a disposizione nella torre). Ci lavora un’équipe di 70 persone, pagate per l’80% dall’IzsVe, che copre anche lo stipendio della virologa (180mila euro) e le spese del centro.
Per spostare il Dipartimento di scienze biomediche comparate diretto dalla virologa, famosa nel mondo per avere scoperto e messo a disposizione di tutti gli scienziati la sequenza genetica del virus H1N1 dell’influenza aviaria, ci vogliono 6 milioni di euro.
Cifra indispensabile a comprare i due piani richiesti dalla scienziata per un’équipe di 70 persone, alla quale va aggiunto almeno un altro milione per attrezzature e stabulario (il locale riservato alle cavie). Quest’ultimo importo lo indica la Capua stessa nella lettera con l’elenco del necessario al suo centro – riferimento Fao per lo studio delle malattie trasmesse all’uomo dall’animale – indirizzata lo scorso mese al direttore generale dell’IzsVe, Igino Andrighetto.
Bene, al momento per finanziare l’operazione non c’è manco un euro. Lo rivela il parlamentare padovano dell’Udc Antonio De Poli, componente della Commissione Sanità, ieri in visita allo Zooprofilattico. «Il progetto doveva essere sostenuto dal ministero della Salute con 3 milioni da corrispondere alla Regione presi dal fondo per l’edilizia sanitaria, più altri 3, di 10 complessivi destinati allo Zooprofilattico, finalizzati a rinnovare il Dipartimento della Capua. Nessuno di questi stanziamenti è mai arrivato al Veneto, che non ha ricevuto nemmeno i soldi per il nuovo ospedale di Padova. In settimana incontrerò il ministro della Salute, Renato Balduzzi, per capire che fine hanno fatto».
Ma se anche dovessero sbloccarsi i fondi, c’è un’ulteriore complicazione. Sui 3 milioni tratti dai 10 assegnati all’IzsVe c’è un vincolo ben preciso. «Li dobbiamo spendere per ampliare il centro della Capua a Legnaro, non altrove, perché sono stati chiesti quando ancora non c’era l’ipotesi della torre della ricerca», spiega Giuseppe Dalla Pozza, presidente del cda dello Zooprofilattico. Per cambiarne “la destinazione d’uso” bisogna mutare la programmazione, ma i tempi si allungano.
Dalla Pozza svela poi un altro retroscena: «Tre soci dell’Istituto, cioè Friuli, Trento e Bolzano, hanno votato contro il trasloco della scienziata. Io, il rappresentante del ministero e la Regione Veneto abbiamo pareggiato il conto, però con un compromesso: che il trasferimento sia temporaneo». Almeno sei anni, chiede la Capua; solo due, ribatte il cda, facendo intendere che l’operazione non conviene. Anche perché solo per il trasloco ci vorrebbero sei mesi.
E poi, in attesa del denaro promesso da Roma, l’IzsVe ha già avviato con fondi propri (2,1 milioni) l’ampliamento dell’intera struttura di Legnaro. Una ristrutturazione che regalerà al Dipartimento della virologa, già forte di 1500 metri quadri di laboratori, stabulario e uffici, altri 1400 metri quadri. Circa 200 in più di quelli che avrebbe a disposizione nella torre, per di più già dotati di tecnologie all’avanguardia. Se invece arriveranno i soldi dal ministero, saranno investiti nella costruzione di una palazzina ex novo tutta per la Capua, alla quale l’Istituto paga già uno stipendio di 180mila euro lordi, più l’80% delle spese legate al Dipartimento. L’altro 20% lo coprono i finanziamenti che la virologa attira da vari enti.
A questo punto, si chiede il cda, avendo già tutto in casa, che senso ha spostarsi? «Nella torre potrei avere un dialogo costruttivo costante con gli altri ricercatori», ha sempre detto la Capua, che aggiunge: «Mi dispiace che la situazione sia esplosa, io voglio solo lavorare al meglio, essere più efficiente. Per scoprire il legame tra influenza e diabete ci abbiamo messo due anni, in una struttura più attrezzata sarebbero bastati sei mesi. Ho una squadra forte, della quale sono orgogliosa, come sono orgogliosa del mio lavoro, non ho già le valigie in mano ma se non mi danno la possibilità di fare ricerca al meglio andrò da un’altra parte».
Michela Nicolussi Moro – Corriere del Veneto – 20 novembre 2012
«Se i soldi ci fossero ancora, non è detto siano spendibili per il trasloco dello staff della Capua alla Torre della ricerca»
«Incontrerò a giorni il ministro Balduzzi e il suo capo-dipartimento perché prima di tutto va verificata una cosa: se i soldi di cui tanto si discute ci sono davvero. Secondo: se è così, voglio capire se c´è una possibilità che i soldi siano utilizzabili per la Torre della ricerca dove la virologa Ilaria Capua vorrebbe trasferirsi con tutto il suo staff, o se – come prevede in genere la procedura dei fondi “ex articolo 20” per strutture sanitarie – vanno spesi all´interno della sede dell´Istituto zooprofilattico. Il quale peraltro ha già presentato un suo progetto proprio per la nuova struttura della Capua e ha avuto il sì della Regione». In poche frasi Antonio De Poli, padovano, deputato e coordinatore regionale dell´Udc, fotografa l´intricata situazione che ha fatto scoppiare il “caso Capua” a livello nazionale.
LA VISITA. De Poli ieri nella sede di Legnaro ha incontrato il cda dell´Istituto zooprofilattico e il direttore generale Igino Andrighetto. Subito dopo è andato a trovare lei, Ilaria Capua. E il quadro con cui ne è uscito è proprio questo. Ci sono due soluzioni in campo. da una parte quella chiaramente preferita dalla Capua, che con i suoi 70 collaboratori vorrebbe trasferire tutto il suo Dipartimento di scienze biomediche alla “Torre della ricerca” della Città della speranza, per ampliare e potenziare la struttura e per aprire un dialogo “contaminante” e produttivo con gli altri ricercatori che saranno lì. Per quel trasloco ci sono di fatto 3 milioni della Regione e al massimo 600mila euro dell´Istituto zooprofilattico, ma la cifra che servirebbe è almeno di 6 milioni. Dall´altra parte c´è l´Istituto che attende i 3 milioni promessi dal Ministero per la Capua, ma può per legge spenderli praticamente tutti in un nuovo edificio da far sorgere nella sede di Legnaro. «E in ogni caso – rimarca De Poli – non si sa se i soldi ci sono. Però l´Istituto potrebbe, con i lavori di ristrutturazione che già sta facendo con fondi propri, mettere a disposizione della Capua nuovi spazi a breve». Ecco perché, sottolinea De Poli, serve capire se i 3 milioni del Ministero ci sono davvero, e in caso se è davvero ipotizzabile che siano “trasferibili” alla Città della speranza, che tra l´altro è una onlus privata. In effetti è dal 2010 che Regione, Istituto e Città della speranza trattano questo maxi-trasloco per portare la Capua alla Torre, ma come noto tutto si è inceppato di brutto adesso, tanto che sono partiti appelli nazionali “pro Capua”, e pare che non ci sia più certezza di nulla nella procedura “pro trasloco”.
LA VIROLOGA NOMINATA GRAND´UFFICIALE. In mezzo a questo marasma, ieri è stata resa nota un altro riconoscimento per la celebre virologa che ne ha già sommati tanti: «Sono particolarmente lieto di comunicarle che il Presidente della Repubblica, avvalendosi della facoltà concessagli dall´articolo 2 dello statuto dell´ordine al “merito della Repubblica Italiana”, le ha conferito l´onorificenza di Grande Ufficiale», riporta il telegramma firmato Donato Marra, segretario generale della Presidenza della Repubblica, giunto alla Capua nei giorni scorsi. Lei all´on. De Poli, di fronte alle telecamere, ha consegnato un messaggio chiaro: «Mi spiace che questa situazione sia esplosa così. Noi vogliamo solo lavorare per una sanità pubblica migliore. Il 70% delle malattie che colpiscono l´uomo arrivano dal serbatoio degli animali. Abbiamo recentemente pubblicato uno studio sulla correlazione tra virus influenzali e diabete nell´uomo, con il San Raffaele di Milano. È molto importante: ci abbiamo messo due anni, e in una struttura più funzionale ci avremmo messo otto mesi. Ed è quello che voglio fare: vogliamo solo essere più efficienti, abbiamo le potenzialità di farlo perché abbiamo una squadra forte riconosciuta in tutto il mondo e chiedo solo di essere in condizione di farlo. Se per motivi vari non mi si dà questa possibilità, vorrà dire che farò altro».
REGIONE: 3 MILIONI
Sono quelli già deliberati dall´ex giunta Galan e confermati da quella di Zaia: dovrebbero servire a comprare due piani della Torre della ricerca, ma da tempo la Città della speranza sottolinea che la cifra basta per un solo piano. E invece per il pieno “progetto Capua” di piani ne servono due.
MINISTERO: 3 MILIONI
L´ormai famoso decreto del Ministero della salute, datato 2011 e targato “ministro Fazio” che aveva promesso personalmente l´aiuto alla Capua, destina 10 milioni all´Istituto zooprofilattico delle Venezie. Di questi 3 sono per il “nuovo edificio per il Centro nazionale sulle malattie infettive nell´interfaccia uomo-animale” di cui è direttrice la Capua. Ma l´Istituto fa presente, che, tolti 600 mila euro forse utilizzabili per le attrezzature da dare alla Capua nell´eventuale trasloco alla Torre, la cifra va spesa nella sede interna di Legnaro.
IZVE: 2,1 MILIONI.
L´Istituto con fondi propri sta già ristrutturando la sede e potrebbe creare alcuni spazi in più per la Capua.
Il Giornale di Vicenza – 20 novembre 2012