Un miliardo alla Chiesa cattolica, 192 milioni allo Stato e appena 325 mila euro ai partiti (salvo i milioni delle donazioni private). Se i valori e le istituzioni si misurassero davvero con le opzioni esercitate sulle dichiarazioni dei redditi, le statistiche del Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia relative al 2014 (reddito 2013) dovrebbero essere rilegate come una Bibbia antica. Da distribuire, poi, a tutti i parlamentari e ai politici di ogni livello.
La platea è di 41 milioni di contribuenti. Quelli che hanno scelto di donare l’8 per mille alla Chiesa superano i 15 milioni, quelli che lo stesso 8 per mille hanno dato allo Stato sono 2,5 milioni, mentre quelli che hanno destinato il 2 per mille ai partiti sono appena 16.518. Tutti gli altri, che costituiscono il cosidetto «inoptato», hanno implicitamente convogliato il 2 per mille nelle casse dello Stato. La novità, nell’analisi statistica del Mef del 2015, era proprio questa: monitorare il gradimento del decreto Letta 149/2013 e della successiva legge del 2014 nella parte in cui è stato introdotto il meccanismo del 2 per mille per i partiti. Quei due interventi legislativi hanno di fatto smontato il meccanismo del finanziamento pubblico dei partiti, prevedendo un décalage che nel 2017 azzererà i rimborsi elettorali: 285 milioni nel 2010, 83,9 nel 2013, 47,3 nel 2014, 27,5 nel 2015, 13,8 nel 2016, 0 nel 2017.
Per compensare l’inesorabile emorragia è stato introdotto il meccanismo del 2 per mille ed è stato meglio regolato il flusso dei finanziamenti privati: il primo, evidentemente, ha per ora fatto flop mentre il secondo ha registrato un buon successo: il Pd, per esempio, ha raccolto solo 199.089 euro con il 2 per mille ma ha portato a casa più di dieci milioni (sette sono dei parlamentari dem) sotto forma di donazioni liberali che, comunque, godono di un cordone sanitario di riservatezza (il nome del finanziatore non può essere divulgato senza il suo assenso).
«È vero il risultato del 2 per mille è deludente ma era prevedibile perché il primo anno di applicazione ci sono state grosse difficoltà nella distribuzione dei moduli», conferma l’ex tesoriere dem Antonio Misiani. Che aggiunge: «Va anche detto che il primo anno i partiti si sono dimenticati del 2 per mille mentre nel 2015, almeno per quale che riguarda il Pd, c’è stato un grande impegno su questo fronte». Misiani — che in una sua proposta di legge chiede la piena trasparenza per le liste dei finanziatori delle fondazioni politiche e dei partiti — spiega che il «vero banco di prova per il 2 per mille sarà nel 2016 e nel 2017». D’altronde, conclude, «anche il meccanismo del 5 per mille ci ha messo anni per entrare nelle abitudini dei contribuenti».
Nella classifica del due per mille il Pd stravince. Sono 10.157 i militanti e simpatizzanti dem che si sono schierati barrando le rispettive dichiarazioni dei redditi. Al secondo posto, lontanissima, c’è la Lega che ha mobilitato 1.839 contribuenti per un gettito complessivo di 28.140 euro. Segue Sinistra Ecologia Libertà (1.592 per 23.287 euro), Forza Italia (829 donatori per 24.712 euro). Nella parte bassa della classifica la Svp (16.600 euro), il Psi (9.686), Fratelli d’Italia (9.326), Scelta civica (7.102), l’Union Valdôtaine (4.017), l’Udc (3.084), il partito autonomista tirolese (656 euro).
Nella lista non c’è il M5S per un duplice motivo: il primo è politico, con una battaglia contro la riforma del 2 per mille, il secondo è pratico e di fatto esclude il Movimento di Grillo dalla ripartizione della quota Irpef perché i Cinque stelle ancora non hanno perfezionato uno statuto interno a prova di articolo 49 della Costituzione.
A partiti dunque non resta che puntare sul fundraising organizzando cene da mille euro a coperto e attirando elargizioni da persone fisiche e giuridiche. I dati del 2013 dicono che anche in questo campo il Pd ha fatto la parte del leone con 1,7 milioni «rastrellati» più un milone e 100 mila euro introitato con il tesseramento. Il Pdl (prima della scissione tra FI e Ncd) ha ricevuto in donazione 5,2 milioni, Scelta civica 3. l’Udc 1,5, Sel 1,1, la Lega 3,9 milioni.
Dino Martirano – Il Corriere della Sera – 11 luglio 2015