La difesa di Galan alla Camera: investito da ciclone, non ho le colpe che mi vengono attribuite. Sulla casa colossali fesserie
«Sono stato investito da un ciclone umano, mediatico, giudiziario che mai avrei pensato. Io non ho le colpe che mi vengono attribuite». Lo ha detto l’ex governatore del Veneto e deputato di Fi Giancarlo Galan illustrando la memoria difensiva depositata in Giunta per le autorizzazioni alla Camera relativamente all’inchiesta Mose e alla richiesta di arresto avanzata dai pm.
«Sulle mie condizioni patrimoniali e sulla casa sono state dette fesserie colossali. «Io so che il politico è un mostro, ma mi aspettavo più rispetto nei confronti miei e della mia famiglia», ha detto Galan che si è difeso così dalle accuse di aver intascato tangenti: «Non esiste una parola sul fatto che io abbia avuto soldi».
Su casa colossali fesserie, spesi 700mila euro
«Sono state dette colossali fesserie sulle mie condizioni patrimoniali e sulla storia della casa (per la cui ristrutturazione, secondo gli inquirenti, sarebbero state utizzate tangenti, ndr) che è molto lineare ma molto diversa da come è stata raccontata», ha affermato Galan, che ha ripercorso le vicende legate all’immobile: «La casa fu acquistata a un’asta giudiziaria nel 1999 per 300 milioni di lire da un dentista di Pantelleria, dopo che l’asta era andata deserta 15 volte. Io la compro nel 2005 per un prezzo di poco inferiore a un milione di euro, quindi la pago sei volte tanto, perché era già restaurata (e Galan mostra le foto della casa prima che la comprasse) altro che restauro miliardario, balle!», ha alza il tono Galan.
I lavori di ristrutturazione
«Il dentista l’ha restaurata prima, le cifre che ho speso io sono 400 milioni nella parte centrale e 300 mila euro, in tutto 700 mila euro per i quali ho contratto mutuo per 200 mila euro, e i lavori non sono finiti nel 2011 ma nel 2007, perché ci dormivamo e pagavo le bollette, nel 2009 al mio matrimonio Silvio Berlusconi ci ha dormito. Una colpa la ammetto: abbiamo tardato la dichiarazione di fine lavori per un motivo fiscale, per il pagamento dell’Ici», ha proseguito Galan.
Il Sole 24 Ore – 23 giugno 2014