La fiducia dei consumatori italiani scende anche ad agosto. Le famiglie non ritrovano la voglia di spendere e il livello cala per il terzo mese consecutivo, come ha certificato ieri l’Istat. Il dato, questa volta, è anche peggiore di quel che si aspettavano gli esperti (l’indice del clima di fiducia è andato a quota 101,9 dal 104,4 di luglio e contro le stime di un livello a 104) e lascia presagire un autunno difficile con una ripresa ancora lontana.
In effetti la discesa di luglio non aveva particolarmente allarmato gli economisti. Ma il numero di ieri, che porta a oltre 4 punti il divario rispetto a maggio, viene soppesato con maggiore cautela da chi guarda all’andamento del nostro Paese. Di fatto gli ultimi tre regressi annullano i passi avanti che si erano visti in primavera, molto probabilmente sulla scia degli annunci sul bonus fiscale di 80 euro che aveva fatto l’allora neo-premier, Matteo Renzi.
In questa fase a pesare è soprattutto la componente economica, che scende a 107,6 da 114,2. In deciso peggioramento, poi, il giudizio sulla situazione economica del Paese, con il saldo a -91 da -79. Giù anche il clima corrente, a 101,5 da 104,0, così come quello relativo al futuro, che passa da 106,2 a 103,4. E crolla il giudizio sull’opportunità di acquisto di beni durevoli: 11 punti in meno rispetto a luglio e 20 in meno rispetto a maggio. In primo piano c’è la paura per il futuro. La conferma arriva dal dato che misura le preoccupazioni sulla disoccupazione: sale infatti per il terzo mese consecutivo, a 56 dal 53 di luglio, e dal minimo di 43 toccato a maggio.
Segnali preoccupanti arrivano anche dalla Germania. Ieri Berlino ha rivelato una propensione ai consumi, in calo ad agosto per le prima volta da oltre un anno e mezzo (da 8,9 a 8,6 punti). Nel Paese ora la parola recessione inizia a preoccupare: «È un pericolo da prendere assolutamente sul serio», ha scritto ieri l’istituto di ricerca economica Diw.
Intanto gli occhi sono già puntati sul livello dell’inflazione che sarà comunicato domani dall’Istat. Il timore è che l’Istituto di statistica sancisca che il nostro Paese è in deflazione: a luglio l’indice dei prezzi al consumo si è confermato al livello più basso dall’agosto 2009 con un +0,1%, e dieci tra le maggiori città italiane risultavano già in deflazione. Gli economisti danno già per scontato questo nuovo scenario negativo. Uno stato che contribuisce alla debolezza della nostra economia, finita nuovamente in recessione nel secondo trimestre. Agosto potrebbe rappresentare così un punto di minimo. Possibile preludio di un autunno che si prospetta caldo.
La Stampa – 28 agosto 2014