La Guardia di Finanza sta indagando sulla regolarità dei permessi retribuiti accordati ai medici di famiglia e ai pediatri di libera scelta impegnati in attività sindacali: l’inchiesta, condotta dal Nucleo tributario di Venezia, investe l’intera regione e coinvolge un centinaio di camici bianchi, espressione di svariate organizzazioni di categoria, delegati a rappresentare i circa quattromila professionisti della medicina convenzionata che operano negli ambulatori veneti.
Gli accertamenti avviati investono un raggio temporale piuttosto ampio, dal gennaio 2013 all’agosto scorso, gli investigatori hanno richiesto alle Ulss gli elenchi dei permessi rimborsati iniziando a spulciare date e orari, e qualche riscontro sarebbe già emerso: in particolare, ad un medico padovano, dirigente sindacale, è stata addebitata una trasferta «impropria» a Roma, con conseguente sollecitazione della Corte dei Conti a restituire la somma erogata dall’azienda sanitaria di riferimento.
Ma qual è il punto di partenza di questa indagine? Tutto nasce da una delibera regionale dell’anno scorso, proposta dall’assessore alla sanità Luca Coletto e approvata dalla giunta Zaia, che prevede, a partire dal primo gennaio 2013, il rimborso delle spese sostenute dai medici-sindacalisti per retribuire i colleghi che di volta in volta li sostituiscono, provvedendo a ricevere i pazienti in loro assenza. La cifra quotidiana è variabile (dipende dal numero dei mutuati) ma in genere supera i cento euro e può arrivare a 180. Non tutte le Regioni fanno altrettanto, anzi il Veneto è tra le poche ad allargare i cordoni della borsa in segno di «buona volontà» verso i rappresentanti di categorie professionali la cui collaborazione è ritenuta fondamentale nel progetto di riorganizzazione del sistema sanitario e ospedaliero da tempo in cantiere.
Un rimborso, sì, ma non un assegno in bianco: questo il retropensiero che, il 14 agosto scorso, ha spinto il top manager dell’area sanità-sociale, Domenico Mantoan, ad inviare una lettera-altolà ai direttori generali delle Ulss e alle organizzazioni sindacali mediche e pediatriche. «Alla luce delle recenti richieste pervenute dalla Corte dei Conti in materia di controllo sull’utilizzo delle risorse pubbliche e in un’ottica di trasparenza», le Ulss sono autorizzate a provvedere al rimborso «esclusivamente previa presentazione di una dichiarazione sostitutiva dalla quale risultino con chiarezza i nominativi dei medici sostituti; il numero delle ore complessive di sostituzione con specifica del giorno e delle ore ambulatoriali effettuate da ogni medico sostituto; l’indicazione della sede, degli orari e dell’attività sindacale espletata dal medico sostituto». Parole accompagnate da una tabella riassuntiva del monte-ore sindacale nel primo semestre dell’anno: molti si attestano su numeri modesti ma c’è chi ha superato le 900 ore di permesso. Tant’è.
Se Mantoan, sfidando i fulmini dei colleghi (è a sua volta un medico internista) rifiuta di pagare a scatola chiusa, i segugi della di Finanza – fiutata la pista – vogliono saperne di più. Staremo a vedere.
Regis, il Segretario dell Fimmg «Eventuali responsabilità sono personali»
«L’indagine della Finanza? Non sono a conoscenza dei particolari ma sono molto sereno, il nostro sindacato ha le carte in regola, se qualcuno ha sbagliato sul piano personale ne risponderà, mala Fimmg ha sempre agito con correttezza. Comunque sia, siamo pronti a collaborare in ogni modo con gli accertamenti anche se, vista l’entità delle somme in questione, credo che la Guardia di Finanza Finanza farebbe bene a concentrarsi altrove, magari nella lotta agli evasori fiscali».
É il commento di Silvio Regis, il segretario veneto della Fimmg, la federazione dei medici generali che nella categoria raccoglie una percentuale di adesioni nell’ordine del 75%. «A fronte di un gran numero di medici delegati ad attività sindacali, è impossibile un controllo diretto e costante», prosegue «perciò puntiamo sull’autodisciplina, sul senso di responsabilità e personalmente non sono a conoscenza di abusi. Trovo comunque che l’iniziativa del direttore generale Mantoan, che ha originato la vicenda, abbia un tenore ostile nei confronti del nostro sindacato e certo questo atteggiamento non favorisce il rapporto di collaborazione con la Regione del Veneto».
di Filippo Tosatto – Il Mattino di Padova – 28 ottobre 2014