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La Fondazione Alimentaria e le accuse della Città di Teramo a Romano Marabelli: «Ha mentito al Ministro?»

1a1a1_1aaaasede_zzoo_teramo«Può un altissimo dirigente dello Stato mentire? Può il responsabile di un settore, peraltro delicatissimo, negare un fatto avvenuto?». Questa la domanda che apre un servizio a firma del direttore della Città di Teramo, Antonio D’Amore, uscito sull’edizione di domenica del quotidiano abruzzese. L’alto dirigente a cui si fa riferimento è Romano Marabelli, Capo Dipartimento della Sanità pubblica veterinaria del Ministero della Salute. La “bugia” sarebbe quella detta per iscritto in una lettera al ministro della Salute. Il caso è quello della Fondazione Alimentaria, presieduta dall’ex direttore dell’Izs di Teramo, Vincenzo Caporale, e del cui comitato d’indirizzo lo stesso Marabelli era componente. La Città aveva sollevato nei mesi scorsi il dubbio che in tutto questo potesse esserci una sorta di conflitto di interesse.

Tanto che Marabelli scrisse a ministro, Regioni e vertici dell’ Izs Caporale una lettera da cui si dimetteva dal Comitato d’indirizzo.

Nella lettera il dirigente del Ministero assicurava, tra l’altro, di non aver mai «sottoscritto alcuna decisione, atto o verbale» in quando componente del Comitato della Fondazione. Ed è proprio questa l’affermazione che D’Amore non ritiene veritiera. Il 4 novembre del 2011, infatti, il comitato si era riunito a Bassano del Grappa con un ordine del giorno di rilievo: nomina componenti del Consiglio di amministrazione; nomina segretario generale; accettazione integrazione dotazione iniziale…. Erano presenti Vincenzo Caporale, presidente, e i componenti Marco Verticelli, Giuseppe Saretta e, appunto, Romano Marabelli. Segretario verbalizzante Paolo Campea. Al termine il verbale (tre pagine che la Città riproduce in copia integrale) è sottoscritto da tutti i partecipanti e la prima firma è quella di Marabelli. E’ la sua o no quella firma? chiede a questo punto il direttore D’Amore…..

Come si ricorderà sulla Fondazione “Alimentaria” è già stata aperta un’inchiesta. Su delega del magistrato, infatti, la Digos ha acquisito tutta la documentazione relativa al lavoro preparatorio la nascita della Fondazione, in particolare la delibera della convenzione e la convenzione stessa tra l’Izs “madre” e la Fondazione “figlia”, ovvero gli atti di quello che, in più di un osservatore, hanno considerato una sorta di “matricidio”, vista la mole di impegni che l’Izs avrebbe ceduto alla Fondazione nel corso del lavoro di attuazione della convenzione. Fu proprio la Città a segnalare per prima come i vertici dell’Izs e, in particolare, il commissario Lucio Verticelli, si fossero accorti che quella che stava per nascere non era affatto solo una “Fondazione per la valorizzazione delle attività scientifiche e di produzione, anche in ambito internazionale, in materia di sanità animale e di sicurezza degli alimenti”, ma un vero e proprio “Izs bis”, in grado di fare dell’attuale una sorta di scatola vuota. Anzi: un pericoloso concorrente.

a cura ufficio stampa – 24 luglio 2012

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